Non è la prima volta che accade. Amianto sul nastro in cui dovrebbero confluire i rifiuti già differenziati, presso l’impianto Pasquinelli dell’Amiu. Di...
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Alla vigilia di Natale gli operai della selezione si sarebbero visti arrivare sul nastro l’amianto. «Questo è ormai da considerare un vero e proprio attacco alla salute e alla sicurezza», afferma Balestra.
«Si può chiaramente dire, con carte alla mano, che sta diventando quasi quotidiana la cosa se pensiamo che in un mese ci siamo dovuti fermare ben quattro volte», aggiunge.
L’altra mattina la squadra del primo turno che inizia alle 6 dopo circa un’oretta e mezza di lavoro ha nuovamente fermato il nastro di selezione perché ha rinvenuto dei cocci di amianto rotti, quindi materiale volatile quindi pericolosissimo per la salute dei lavoratori.
«Arrivati a questo punto però adesso noi diciamo basta.
Inoltre Balestra e il suo sindacato si chiedono «come mai dopo che è stata fatta la bonifica e si riprende a lavorare subito dopo si ripresenta il problema amianto?»
«Da parte nostra - aggiunge - più volte ci sono state lamentele per quanto riguarda la bonifica di tutto il capannone e sopratutto la zona di scarico dei mezzi compattatori Amiu, zona che sarebbe l’origine da cui arriva poi l’amianto ai lavoratori sul nastro. A noi la situazione è chiara: cioè l’Amiu non provvede a far bonificare tutta l’area interna al capannone di selezione e stoccaggio del multimateriale».
Un problema sollevato in più occasioni dallo Slai Cobas. L’Amiu dovrebbe controllare cosa raccoglie scarica il materiale raccolto senza alcuna selezione, a parere dei lavoratori dell’impianto Pasquinelli.
I lavoratori promettono battaglia. «Ora vigileremo sulle bonifiche e denunceremo come abbiamo sempre fatto le anomalie che ricadono su di noi a livello lavorativo perché con questi fermi ci rimettiamo noi in termini di ferie forzate, a livello di salute perché ormai esposti quasi quotidianamente all’amianto e tanti altri materiali pericolosi e a livello di sicurezza perché lavoriamo continuamente in pericolo visto che manipoliamo ogni sorta di rifiuto, altro che raccolta differenziata», aggiunge Balestra.
E conclude il rappresentante dello Slai Cobas: «Di certo non ce ne staremo con le mani in mano, di certo non saremo spettatori di una tragica fine ma come abbiamo sempre fatto lotteremo in tutte le forme pur di non perdere il lavoro la salute e sicurezza». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia