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Un agente della Polizia Penitenziaria è stato aggredito l'altra sera da un detenuto nel carcere di Taranto. L'episodio è stato denunciato dal Sappe, sindacato autonomo di Polizia penitenziaria, che ha parlato di un tentativo di rivolta sventato solo grazie alla prontezza dell'agente che è riuscito a reagire all'improvvisa aggressione e a dare l'allarme. Il caso soffia sulla tensione che si respira da tempo all'interno del penitenziario a causa dell'elevato numero di detenuti ospitati, settecento a fronte di una capienza di poco superiore alle trecento persone, e da ultimo per il focolaio Covid che si è sviluppato tra le celle, con il contagio di 33 detenuti.
L'aggressione
L'aggressione da parte del detenuto ha rischiato di innescare una vera e propria rivolta.
La reazione
"Quanto accaduto ieri sera - ha spiegato Pilagatti - è purtroppo la prova che le denunce che il Sappe sta facendo da mesi non sono campate in aria, ma testimoniano una situazione veramente delicata pronta ad esplodere in qualsiasi momento. Perché si continua a tenere il carcere di Taranto tra i più super affollati della nazione(quasi 700 detenuti a fonte di 300 posti) mentre non si è pensato minimamente di adeguare l’organico della polizia penitenziaria?Perché un carcere come quello di Catanzaro che ospita più o meno gli stessi detenuti di Taranto, ha in organico circa 200 poliziotti in più?". Quesiti che il Sappe intende proporre direttamente al prefetto di Taranto al quale ha chiesto un incontro.
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