In tre sono stati fermati con l'accusa di rapina aggravata, sequestro di persona, tentata rapina e furto. A seguito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di...
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Nonostante la difficoltà di rinvenire sul luogo tracce utili al prosieguo delle indagini – anche a causa dell’assenza di un sistema di video-sorveglianza presso l’Ufficio postale – gli investigatori della Squadra Mobile individuarono, dopo un’attenta ricognizione dell’intera zona, ed in particolare nelle vie adiacenti, una telecamera di una privata abitazione, la visione delle cui immagini (registrate la mattina di quel 20 agosto) consentì di individuare non solo i soggetti descritti dalla vittime, ma anche due autovetture da loro stessi (e da un terzo complice) utilizzate per raggiungere il luogo e per darsi poi a successiva fuga.
Di rilievo anche le dichiarazioni fornite da un dipendente dell’Ufficio postale, a proposito del sospetto maturato nei confronti di tre soggetti a lui sconosciuti, notati qualche settimana addietro a bordo di un suv bianco, assumere un atteggiamento equivoco proprio nelle fasi di apertura al pubblico.
Nel corso delle indagini, durate poco più di un mese, si è appurato che gli indagati avevano già effettuato alcuni sopralluoghi presso altri probabili obiettivi, sia nel capoluogo che in altre località della provincia. È il caso di una gioielleria in via Cesare Battisti a Taranto, di una banca sita a Torricella, e ancora di un’altra gioielleria di Carosino. La mattina del 28 settembre gli stessi soggetti – che si aveva il sospetto stessero per compiere un’ennesima azione delittuosa – sono stati pedinati da alcuni equipaggi della Squadra Mobile. Avviatisi dalla Marina di Pulsano (da un’abitazione già individuata quale loro possibile covo) si sono diretti a Carosino, in Corso Umberto, dove – stando ai chiari contenuti intercettati – si preparavano a compiere una rapina ai danni di una gioielleria, azionne annullata a causa della presenza delle forze dell'ordine.
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Quotidiano Di Puglia