Pistole, pugnali, cesoie, cazzottiere e spranghe: ecco cosa tentano di introdurre nel tribunale

Pistole, pugnali, cesoie, cazzottiere e spranghe: ecco cosa tentano di introdurre nel tribunale
Pistole, coltelli, cesoie e persino spranghe. Un campionario di un centinaio di oggetti, tutti potenzialmente pericolosi o pericolosi a prescindere come le pistole e i pugnali,...

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Pistole, coltelli, cesoie e persino spranghe. Un campionario di un centinaio di oggetti, tutti potenzialmente pericolosi o pericolosi a prescindere come le pistole e i pugnali, che in un solo anno i visitatori - anche tanti insospettabili - hanno cercato di introdurre nel tribunale di Taranto. Tutti fermati e sequestrati dai vigilanti della Cosmopol, anche se alcuni oggetti - come le forbici - vengono poi restituiti all’uscita ai legittimi proprietari.

L’Ordine degli avvocati di Taranto ha diffuso una nota che riporta i risultati dei controlli effettuati all’ingresso. Sotto sequestro coltelli a serramanico, cesoie, forbici affilate, spranghe, cazzottiere e perfino due pistole. Sotto lo scanner di sicurezza sono passate 280mila borse e circa duemila oggetti sono stati trattenuti all’ingresso. «Non sempre scatta la denuncia penale - spiega la nota dell’Ordine degli avvocati. Tra gli oggetti più insoliti ci sono chiavi inglesi, tirapugni di acciaio, pugnali, stiletti, tronchesi da giardiniere e perfino un martelletto per i riflessi solitamente utilizzato dai neurologi. «L’altro giorno - raccontano i vigilanti - una donna voleva entrare in tribunale con un coltello da cucina nella borsa. Quando le abbiamo chiesto come mai lo portasse con sé ci ha rivelato candidamente che aveva necessità di mostrarlo al giudice». Il bilancio, commenta il presidente dell’Ordine degli avvocati Vincenzo Di Maggio, «è preoccupante e conferma se ce ne fosse bisogno, che è stato saggio porre presidi di controllo all’ingresso del palazzo di Giustizia. Mi domando solamente quale numero di armi sia stato introdotto negli anni passati all’interno del tribunale e quali rischi abbiamo corso tutti: avvocati, magistrati e personale». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia