Paura a Taranto, colpi di fucile contro un palazzo

I fori dei proiettili
Misterioso episodio di fuoco la notte di venerdì a Taranto dove ancora una volta la tranquillità è stata turbata dal rumore delle armi. Due colpi, per...

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Misterioso episodio di fuoco la notte di venerdì a Taranto dove ancora una volta la tranquillità è stata turbata dal rumore delle armi. Due colpi, per l’esattezza, sono stati esplosi contro il portone d’ingresso di un palazzo in via Minniti abitato da 24 famiglie.

Escludendo l’ipotesi, non trascurabile ma al momento non verificabile, di un attentato contro la persona andato a vuoto o che l’abbia solo ferita (non esiste nessun riscontro in tal senso), l’episodio è da ascrivere sicuramente nell’ambito dell’avvertimento malavitoso. Un segnale di minaccia per uno sgarbo subìto, insomma, rivolto a qualcuno tra gli occupanti del condominio preso di mira. Proprio su questo indagano i carabinieri della compagnia di Taranto che già dalle prime ore dell’alba di ieri hanno fatto le loro mosse perquisendo le abitazioni di sei pregiudicati della zona e interrogato alcuni abitanti del palazzo.

Gli investigatori dell’Arma, come sempre in questi casi, non escludono nessuna pista, anche se quella maggiormente accreditata sembra essere quella che orbita attorno al mercato della droga. Probabilità, questa, resa possibile dai precedenti penali specifici di qualche condomino del palazzo oggetto dell’intimidazione.
I militari hanno già recuperato davanti all’ingresso due bossoli di un fucile calibro 12, sicuramente un semi automatico a canne mozze. Non si conosce, invece, perché non ci sono testimonianze visive, il numero degli attentatori né il mezzo utilizzato. Molto potranno dire in proposito le immagini di alcune telecamere di sorveglianza di esercizi commerciali della zona che sono state già acquisite dai carabinieri e sono in attesa di essere visionate.


Il palazzo in questione era privo di apparato di sorveglianza video. Dai primi accertamenti fatti e secondo l’esperienza di chi investiga, si tenderebbe ad escludere l’interessamento della criminalità organizzata a vantaggio della cosiddetta malavita spicciola, diversa per classificazione tra gli addetti ai lavori ma non per questo meno preoccupante e pericolosa. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia