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Il cantiere è ripartito e così anche le proteste. Che in realtà non si sono mai fermate in tutti questi anni.
Perché la storia del porticciolo e della pineta San Francesco degli Aranci, nei pressi della baia di Porto Cupo, s pochi chilometri da Taranto, affonda le sue radici nel passato.
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La protesta
Quando poi l’area dei lavori è stata transennata e una ruspa ha cominciato a movimentare il terreno, un nutrito gruppo di cittadini è tornato a confrontarsi sabato per cercare risposte ai tanti interrogativi aperti. Chiederanno per questo un incontro al commissario prefettizio Vincenzo Cardellicchio. Vogliono il ripristino dei luoghi, fermare quello che definiscono uno “scempio”. E forse valuteranno un esposto, ma è presto per capire se ci saranno le condizioni. Di certo non si fermeranno di fronte al cartello scritto in rosso piantato sulla scogliera. “Divieto di accesso Area Cantiere Costruzione e gestione di un porto turistico ricettivo con annesse strutture e servizi”. Ma l’accesso a quella zona caratterizzata da alberi di pino, macchia mediterranea e mare cristallino non intendono perderlo. Ci sono cresciuti tuffandosi in quelle acque dove presto potrebbero allungarsi nuovi pontili per l’ormeggio delle barche. Sempre su quei cartelli che delimitano la zona è riportato però un altro avviso, ed è su quello che pretendono chiarezza.
Il progetto
“Concessione Comune di Taranto n. 17855 del 03-03-2015 n. 9387 del 29-04-2019”. I permessi per la realizzazione del progetto ci sono, anche se appena qualche settimana fa, sollecitati dagli stessi cittadini, sono partiti dei controlli da parte delle autorità competenti.
I dubbi hanno spinto il comitato spontaneo, che è nato proprio per difendere la pineta, a riunirsi.
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«I residenti in zona - si legge in una nota di “Una città per cambiare”- particolarmente attenti all’ambiente e fortemente legati a quei luoghi, si sono costituiti in un comitato spontaneo con l’intento di fare chiarezza sui lavori di costruzione di un porticciolo turistico in quel meraviglioso scorcio di costa ionica. Da oltre un anno seguiamo la vicenda accanto ad un gruppo di nostri attivisti e, poco meno di un mese fa, l’ex consigliere comunale Massimo Battista è stato addirittura minacciato da alcuni soggetti intenti a rovesciare detriti di roccia sulla scogliera, proprio per essere intervenuto sul posto ed aver allertato gli organi competenti. La vicenda viene da molto lontano e, tra denunce, incendi e sentenze, è tutt’altro che conclusa. Abbiamo interessato alla questione gli enti preposti e le forze dell’ordine e chiediamo con forza il ripristino dei luoghi, in località pineta Blandamura, come già sarebbe dovuto avvenire dal 2016, a seguito di una ordinanza comunale. Ci chiediamo anche come sia possibile che, in tutti questi anni, il Comune di Taranto non abbia preteso il rispetto di quanto ordinato alla ditta appaltatrice».
Nelle prossime ore potrebbero esserci sviluppi sulla vicenda, tanto contorta quanto invisa alla comunità. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia