Passerelle, scalette, caschi protettivi e si scende fino all'ultima scoperta, laggiù, nello scavo archeologico del Torrione di San Cristoforo, dove solo un misterioso...
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A volersi sbilanciare, potrebbe essere stata una chiesa, un luogo di culto connesso ad una sorta di reliquiario nel X secolo ed in una fase successiva estesa in un ambiente trasformato in cisterna. Tombe ad arcosolio, nicchie a scopo cultuale, lasciano successivamente spazio alle tracce di una frequentazione cristiana ed alle mangiatoie del bestiame, un secolo dopo. L'archeologo immagina, sogna, eppure è cauto quando si tratta di datare e definire in modo preciso gli ipogei del costone di Mar Grande, abitati e frequentati magari in età tardo antica ed imperiale. I periodi chiave dello scavo, a suo avviso, sarebbero 5: età antica in virtù dell'esistenza di una grande cisterna “a corridoio”, alta circa 3 m, lunga 12 m; bassa età imperiale, verso sud, lungo il salto di quota dell’altura e l'ipogeo nel banco calcarenitico, con una funzione funeraria; rifondazione della città, ai tempi dei bizantini, tra la metà del X secolo e i primi decenni del XI secolo d.C., perchè in entrambi gli ipogei si nota un riutilizzo degli spazi con destinazione cultuale/funeraria, una monumentalizzazione, la nascita di una nuova rete di percorsi, un nuovo piano di calpestio, un apparato decorativo sacrale specifico e la realizzazione della cripta/reliquiarum; fine dell’XI e XIII secolo, tra ricovero di bestiame e vani di servizio; interro sistematico ed obliterazione, agli inizi del XIV sec. Lo scopo sarà in futuro aumentare la fruizione di questi spazi: «Si va indietro nel tempo fino al 1000, il X secolo dopo Cristo. Fino a quel punto, è archeologicamente attestato. Non manca nulla. Sono 3000 anni. Una buona parte delle fasi storiche. In un punto militarmente sempre sfruttato». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia