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Sconto di pena nel processo di appello sulla morte di Antonio Cosimo Stano, il 66enne manduriano vessato dalla banda dei cosiddetti «orfanelli» dal nome della chat dove diffondevano i video delle loro violenze fisiche e psichiche nei confronti dell’uomo affetto da disagi psichici.
La sentenza
I giudici del Tribunale della Corte d’appello di Taranto si sono espressi sui ricorsi presentati dai tre maggiorenni della gang riformando e riducendo la sentenza del primo grado.
In primo grado l’accusa affidata al sostituto procuratore Remo Epifani aveva chiesto venti anni di carcere a testa, il massimo della pena prevista. Il collegio difensivo dei tre imputati era composto dagli avvocati Armando Pasanisi, Franz Pesare, Lorenzo Bullo e Gaetano Vitale. Per i minori coinvolti si è già espresso il Tribunale per i minorenni di Taranto concedendo loro l’affidamento dei servizi sociali per un periodo da due a tre anni prima della possibile estinzione della pena. I due procedimenti si sono svolti con il rito abbreviato che ha permesso agli imputati lo sconto pari ad un terzo della pena prevista. Gli episodi di violenza e di abusi tra i più cruenti che le cronache del posto ricordino, sono venuti alla luce agli inizi di aprile del 2019, vere e proprie scene dell’orrore con il 66enne circondato, deriso e picchiato in strada ed anche nella sua abitazione diventata terreno di divertimenti per i bulli. Uno stato duraturo e continuo di sopraffazioni terminato il 23 aprile del 2019 con la morte dell’uomo avvenuta dopo una decina di giorni di ricovero nella rianimazione dell’ospedale Giannuzzi di Manduria. A causare il decesso fu una emorragia gastrica che secondo le due procure tarantine, quella ordinaria e per i minorenni, era la diretta conseguenza delle violenze subite.
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