Una lettera minatoria è stata recapitata questa mattina in municipio, a Manduria, al sindaco Roberto Massafra. Nella busta, due piccoli petardi e frasi miacciose legate...
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La lettera è arrivata proprio dopo che, con una mossa improvvisa ma che era già nell’aria, il sindaco Massafra, aveva annunciato il rinvio a data da destinarsi del Consiglio comunale sul depuratore. Il Consiglio era stato già convocato per venerdì prossimo 7 aprile.
Nella stessa nota affidata al suo profilo Facebook, il primo cittadino ha fatto sapere di non escludere la possibilità di spostare la sede del costruendo depuratore consortile, individuato in zona Urmo Belsito e che darà incarico ai tecnici di individuare aree alternative. Infine Massafra si è detto disposto, in presenza di disaccordi, a dare l’ultima parola ai cittadini attraverso un referendum consultivo per la definitiva scelta dell’ubicazione dell’impianto.
La decisione è l’esito di diversi fattori, primo tra tutti l’eccezionale spinta della protesta del 31 marzo che ha richiamato ad Avetrana migliaia di manifestanti provenienti anche da Manduria, che hanno sfilato al grido di «No Urmo, No scarico a mare».
La marcia indietro del sindaco, è anche la conclusione di un’accesa riunione di maggioranza che si è tenuta sabato sera. In quella occasione molti dei suoi stessi assessori e consiglieri comunali hanno espresso disappunto per le sue recenti scelte in materia ambientale ed hanno criticato il divieto, poi ritirato, della piazza per la manifestazione dei comitati ambientalisti prevista per il 7 di aprile, in concomitanza con il Consiglio annullato ieri. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia