Leonardo, arriva il super jumbo per caricare le fusoliere del 787

Il dreamlifter sulla pista di Grottaglie
Il 747 LCF Dreamlifter, il super jumbo di Boeing, è atteso sulla pista dell’aeroporto di Grottaglie domani e il 30 aprile per caricare alcune fusoliere...

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Il 747 LCF Dreamlifter, il super jumbo di Boeing, è atteso sulla pista dell’aeroporto di Grottaglie domani e il 30 aprile per caricare alcune fusoliere del 787 prodotte nello stabilimento Leonardo.

È un’attesa però segnata da un punto interrogativo, in quanto non è ancora confermato l’arrivo del velivolo, che, secondo le previsioni iniziali, sarebbe già dovuto atterrare il 23 scorso. Il 747 Dreamlifter, a quanto si apprende, dovrebbe ritirare due sezioni numero 44 ed una numero 46.

Proprio su quest’ultima, pare, si sarebbero verificati problemi sulle porte all’accoppiamento, per cui ci sarebbe bisogno di effettuare delle rilavorazioni che però non interesserebbero tutte le sezioni numero 46 prodotte ma solo una parte.

In sostanza, i problemi nascerebbero quando vengono montate le porte dell’aereo e adesso Boeing avrebbe chiesto di sottoporre a verifica le sezioni 46. Nel frattempo, vengono caricate e trasportate negli Usa per l’assemblaggio finale, quelle che non presentano anomalie. Tra difficoltà tecniche e incertezze generali, il dato che emerge è che Leonardo Grottaglie - un migliaio di dipendenti diretti - sembra navigare a vista a seguito della crisi che investe Boeing, allo stato unico committente dello stabilimento.

L'assemblea

Una situazione che è stata al centro, nei giorni scorsi, dell’assemblea dei lavoratori indetta dai sindacati Fim, Fiom e Uilm, e che si auspica possa essere chiarita il 7 maggio, quando in sede di osservatorio strategico Leonardo i vertici delle sigle metalmeccaniche incontreranno l’amministratore delegato Roberto Cingolani e il condirettore generale Lorenzo Mariani. L’incontro si terrà a Roma e riguarderà il nuovo piano industriale 2024-2028 del gruppo, presentato a marzo, e le ricadute sui siti italiani. Presentando il piano, Leonardo ha dichiarato per aerostrutture, divisione di cui fa parte il sito di Grottaglie, l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2025. Per la divisione, il piano quinquennale sottolinea che si lavorerà per “incrementare la redditività della fornitura, sfruttando sia l’eccellenza operativa che la ripresa del mercato, e accrescere la dimensione del business attraverso partnership strategiche”. Non che un mese e mezzo fa Grottaglie non avesse problemi di lavoro, ma adesso, dopo la presentazione del piano, le difficoltà per il 787 sembrano acuite, anche perché inserite nel contesto critico generale di Boeing, per cui il 7 maggio i sindacati chiederanno a Cingolani e Mariani se rispetto a quel piano qualcosa è eventualmente cambiato.

A quanto pare, anche Leonardo si sta confrontando con Boeing per cercare di capire cosa accadrà nei prossimi mesi per il 787. Nelle ultime settimane Leonardo ha detto di non aver ricevuto contrordini dagli americani. Tuttavia sono dati di fatto l’abbassamento della produzione delle fusoliere a Grottaglie e l’accumulo di sezioni pronte per essere spedite, tant’è che se dovesse proseguire lo stoccaggio, tra un pò di tempo lo stabilimento non avrebbe più spazi dove depositarle. Inoltre sul 787 sembrano riflettersi anche le vicende di un altro aereo della compagnia, il 737, determinando una specie di trascinamento.

La crisi

Che l’attuale crisi di Boeing nasca dal 737, lo ha ammesso Dave Calhoun, presidente e ceo, per il quale i risultati del primo trimestre del 2024 “riflettono le azioni immediate che abbiamo intrapreso per rallentare la produzione del 737 e migliorare la qualità. Ci prenderemo il tempo necessario per rafforzare i nostri sistemi di gestione della qualità e della sicurezza per garantire un futuro più solido e più stabile”. A ciò si aggiungano due mancati incidenti negli ultimi giorni: un 747 di Lufthansa proveniente da Francoforte è rimbalzato violentemente sulla pista di Los Angeles prima di interrompere l’atterraggio e in Sud Africa un 737 ha perso una ruota durante il decollo. Mentre a gennaio su un 737 dell’Alaska Airlines era scoppiato un portellone subito dopo il decollo. In quanto al 787, un ex dipendente di Boeing ha denunciato anomalie nel montaggio delle fusoliere, la compagnia le ha smentite (“le affermazioni sull’integrità strutturale del 787 non sono accurate, i problemi sollevati sono stati soggetti a un rigoroso esame tecnico e l’analisi ha convalidato che tali questioni non rappresentano alcun problema di sicurezza e che l’aereo manterrà la sua vita operativa per diversi decenni”), ma la denuncia è comunque finita sotto la lente della FFA americana, la Federal Aviation Administration. Ma in che condizioni è oggi Boeing? Nei primi tre mesi dell’anno,

Boeing Company perde ancora, 343 milioni di dollari, ma meno rispetto ai 414 milioni dello stesso periodo del 2023. Il fatturato è invece diminuito dell’8 per cento, attestandosi a 16,569 miliardi di dollari contro i 17,921 miliardi di dollari dei primi tre mesi del 2023. È la prima diminuizione nell’arco di sette trimestri. In particolare, la divisione Boeing Commercial Airplanes ha effettuato, nel primo trimestre dell’anno, 83 consegne contro le 130 di un anno fa e il fatturato è passato da 6,7 a 4,7 miliardi di dollari, -31 per cento, effetto di un minor numero di 737 consegnati.

Le 83 consegne hanno riguardato 13 Dreamliner 787, 67 Boeing 737 e 3 aerei 767. Il portafoglio ordini era di 448 miliardi di dollari pari a oltre 5.600 velivoli. Presentando i dati, Boeing si è impegnata a migliorare le prestazioni, a stabilizzare la produzione e a consegnare la maggior parte delle scorte di 737 e 787 entro la fine dell’anno. L’obiettivo a lungo termine di Boeing rimane quello di raggiungere 10 miliardi di dollari di free cash flow (il flusso di cassa disponibile) e di tornare ai livelli di performance storici entro il 2025-2026.

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Quotidiano Di Puglia