Angelo D'Aversa e Giovanni Palmisano. Due vite distrutte, famiglie distrutte, le loro, un mondo in lutto, quello dell'edilizia che allunga l'elenco di vittime sul...
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Angelo era un uomo buono come spesso si sente dire quando le persone scompaiono, solo che lui lo era per davvero come sono pronti a dire tutti quelli che lo conoscevano e che lo stimavano per la sua allegria e semplicità. La sua era una vita felice sino a ieri, attaccatissimo alla famiglia, ai figli e alla moglie con cui si fa ritrarre, abbracciati, sul profilo Facebook. Sono le immagini postate sul social che dicono molto di lui e della sua vita. Sempre con il sorriso, attorniato da amici nei momenti si svago, mai, però, sui luoghi di lavoro, del suo lavoro che su Facebook lo indicava come una «libera professione».
Diverso, per l'età e il tenore di vita, il suo datore di lavoro, Giovanni Palmisano, originario di Cisternino ma residente a Locorotondo dove gestiva l'impresa edile Gioedil srl. Nello stesso settore lavora un suo fratello che ieri è stato il primo ad accorrere in via Galeso dove ha assistito all'agghiacciante scena del corpo senza vita di due uomini sull'asfalto. Un corpo inerme quello di suo fratello, abituato a vederlo sempre in movimento, un corpo atletico e scattante. L'imprenditore morto amava gli sport estremi, per questo aveva partecipato ad una edizione dello Spartan Race di Taranto. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia