Quattromila esuberi, almeno 3.300 a Taranto. E riassunzione con stipendi che non vedranno riconosciute indennità varie e anzianità. Oggi gli stabilimenti Ilva di...
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I presupposti certo non erano dei migliori ma a esacerbare gli animi è stata la nota di apertura di trasferimento aziendale inviata da ArcelorMittal ai sindacati. In sintesi, oltre ai 4mila esuberi confermati che saranno impiegati nelle attività di bonifica e decontaminazione nell'Amministrazione straordinaria, si fa riferimento alla perdita di condizioni contrattuali. In pratica, con l'applicazione dei contratti nazionali senza le tutele dell'articolo 18 e il conseguente azzeramento delle anzianità di servizio e degli integrativi aziendali, si determinerebbe un forte taglio dei salari.
La cronistoria di questa trattativa vincolante risale a luglio: un appuntamento al Mise fu solo interlocutorio e propedeutico a stilare per il post-estate un summit fissato al 15 settembre: l'incontro slittò a pochi giorni per decisione del governo. La nota a firma del dottor Giampietro Castano dell'unità gestione vertenze imprese in crisi del Mise mandò su tutte le furie i sindacati e spiazzò lo stesso management di ArcelorMittal che era già pronto alla riunione.
Proprio per questo, Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno deciso unitariamente di proclamare uno sciopero di ventiquattro ore per questa giornata. L'obiettivo è di bloccare la produzione ma non si escludono altre manifestazioni. Domani, inoltre, è già previsto un altro consiglio di fabbrica per esaminare gli esiti della riunione odierna al Mise. Nella conferenza stampa tenutasi sabato mattina, le organizzazioni sindacali hanno alzato l'asticella della protesta: obiettivo principale è il Governo che "ci ha gestito per quattro anni e ora ci sta svendendo nonostante qualche pompiere stia provando a calmare la situazione".
Una situazione che, invece, si prospetta infuocata. Oggi si conosceranno le prossime fasi sapendo, però, che dai sindacati metalmeccanici a livello nazionale e locale il messaggio è univoco: "Su queste basi non si tratta. Siamo pronti a tutto, Taranto ha già dato e non si può negoziare e barattare su salute, ambiente e posti di lavoro". Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia