TARANTO, 18 GEN - Le segreterie di Fim, Fiom e Uilm di Taranto e una delegazione di operai dell'Ilva hanno organizzato un presidio sotto la sede del Municipio in attesa di...
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"Gli aiuti di Stato sono vietati dal Trattato di Funzionamento dell'Unione Europea (Tfue) per evitare che venga falsata la concorrenza e che si manifesti il rischio di falsare la concorrenza. L'Italia ha firmato il Tfue e se il governo italiano lo dovesse violare aiutando l'Ilva non può contestarlo proprio ora". Lo ha sottolineato il presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti, ricordando la proposta dell'Ue di aprire un'inchiesta sugli aiuti pubblici destinati all'Ilva.
"Domani - ha aggiunto - la commissaria per la concorrenza, Margrethe Vestager, illustrerà alla Commissione Europea i motivi alla base dell'iniziativa nel quadro della disciplina Ue che vieta gli aiuti di Stato alla siderurgia e alla luce dell'importanza del settore. Successivamente Bruxelles dovrebbe rendere pubblica la decisione di avviare l'inchiesta". Secondo l'ambientalista "il governo italiano può aiutare la città di Taranto, i lavoratori Ilva ma non l'azienda Ilva. Lo specifica l'articolo 107 nei suoi vari commi in cui specifica cosa è vietato, cosa è consentito e cosa può essere consentito. La posizione di Peacelink è quella di usare i soldi dello Stato (ossia dei contribuenti) allo scopo di aiutare i lavoratori Ilva e la comunità locale, favorendo una riconversione anche con i fondi dell'Unione Europea per le aree di crisi industriale. Usarli dandoli all'Ilva significherebbe buttarli in un pozzo senza fondo (Ilva ha perso tre miliardi di euro in tre anni)". Marescotti ha poi rammentato che "Peacelink ha posto da un anno e mezzo a Bruxelles il problema degli aiuti di Stato all'Ilva quando ha notato che Ilva produceva enormi perdite e si stava avviando a diventare un'azienda decotta. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia