Ilva: disastro ambientale, di nuovo tutti a giudizio

PROCESSO ILVA
Tutti di nuovo sotto processo i 47 imputati coinvolti nel disastro ambientale di Taranto: 44 persone e tre società dei Riva. Riparte dunque da zero “Ambiente...

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Tutti di nuovo sotto processo i 47 imputati coinvolti nel disastro ambientale di Taranto: 44 persone e tre società dei Riva. Riparte dunque da zero “Ambiente svenduto”, il processo fermato a dicembre scorso per un vizio di forma contenuto in un verbale della cancelleria.

Di nuovo in Corte d'assise - prima udienza il 17 maggio - ci saranno Fabio e Nicola Riva, proprietari dello stabilimento, accusati  di associazione per delinquere, disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro insieme ad altre figure chiave dell'azienda. Stessa sorte per l'ex governatore di Puglia Nichi Vendola e per i vari politici e dirigenti ministeriali accusati di aver consentito all'Ilva di inquinare. Vendola è infatti imputato per concussione aggravata in concorso, per avere esercitato presunte pressioni sull'allora direttore di Arpa, Giorgio Assennato. A giudizio anche il sindaco di Taranto Ippazio  Stefàno, accusato di abuso d’ufficio e l’ex presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Florido, accusato insieme all’ex assessore provinciale Michele Conserva e al responsabile delle relazioni esterne Ilva, Girolamo Archinà, di aver fatto pressioni su due dirigerti provinciali all'Ambiente per favorire l'apertura di una discarica in Ilva.
Tra gli imputati ci saranno nuovamente anche il deputato Nicola Fratoianni (Sel) e il consigliere regionale pd Donato Pentassuglia, accusati di favoreggiamento personale.

Il vizio di forma che ha costretto a una nuova udienza preliminare era consistito nella mancata indicazione del difensore d'ufficio per dieci imputati sprovvisti del legale di fiducia. Il collegio giudicante sarà composto dagli stessi due giudici togati (Michele Petrangelo e Fulvia Misserini) che avevano deciso per il rinvio degli atti al gup. Circostanza questa, secondo alcuni legali, che potrebbe essere motivo di nuove eccezioni.
Il gup di Taranto Anna De Simone era entrata in camera di consiglionella tarda mattinata per decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Procura nei confronti di 44 persone fisiche e tre società coinvolte nell'inchiesta per il presunto disastro ambientale causato dall'Ilva. L'udienza di oggi si era aperta con l'arringa (slittata più volte per impegni parlamentari) dell'avvocato Francesco Paolo Sisto in difesa dell'ex consulente della Procura Lorenzo Liberti, che risponde di concorso in disastro ambientale e corruzione in atti giudiziari.

Il 26 marzo 2010, l'allora responsabile delle relazioni istituzionali dell'Ilva Girolamo Archinà incontrò Liberti in una stazione di servizio dell'autostrada Taranto-Bari, ad Acquaviva delle Fonti (Bari) e secondo il teorema accusatorio gli consegnò una busta contenente la somma di 10mila euro in contanti allo scopo di falsificare il contenuto di una consulenza tecnica sulle emissioni di diossina dallo stabilimento Ilva. La difesa, che ha divulgato il video ripreso dalle telecamere dell'autogrill, sostiene che in quell'incontro Archinà aveva con sé solo dei documenti in quanto i 10mila euro fatti prelevare dalle casse dell'Ilva sarebbero stati donati alla Curia arcivescovile di Taranto.
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Quotidiano Di Puglia