Tre su tre. La proposta di ArcelorMittal-Marcegaglia ha convinto di più di quella dei competitors capitanati dall’indiana Jindal. È stata unanime la scelta dei...
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Dal punto di vista produttivo Am Investco Italy propone di produrre 9,5 milioni di tonnellate di prodotti finiti, con gli attuali sei milioni di tonnellate e i tre altoforni in marcia in un primo periodo, aumentando a 8 milioni di tonnellate ne secondo periodo e cioè dopo il rifacimento dell’altoforno 5. L’obiettivo è però di implementare le nuove tecnologie nel segmento dell’altissima qualità dell’acciaio. Anche a questo servirà il Centro di ricerca e sviluppo che sarà creato a Taranto da ArcelorMittal. Tutti elementi che hanno fatto pendere la bilancia dei tre commissari dalla parte di Am Investco Italy. La proposta formulata da Gnudi, Laghi e Carrubba, corredata dalle risultanze dell’ultimo esame, saranno consegnate entro oggi dal Consiglio di sorveglianza del Ministero dello Sviluppo Economico al ministro Carlo Calenda. Un passaggio formale prima della decisione finale che spetta comunque al ministro e che sarà presa a valle dell’incontro con i sindacati previsto per domani intorno a mezzogiorno proprio per discutere dell’evoluzione della procedura. La proposta di aggiudicazione dei commissari non è però ancora la pietra tombale per la chiusura della gara. I termini dell’offerta, come si legge nel bando, ammettono infatti una fase di rilancio. Si potrà avviare “una fase di negoziazione in esclusiva con il relativo soggetto offerente per la definitiva implementazione dell’operazione”. L’eventuale rilancio dunque servirà a limare ulteriormente la proposta.
Il ministro dello Sviluppo economico procederà quindi alla sua valutazione e solo in seguito adotterà un decreto “con il quale, su istanza dei commissari straordinari, è individuato l’aggiudicatario”, come si legge letteralmente nella legge sulla cessione del gruppo Ilva.
I successivi passaggi sono elencati dalla legge approvata dal parlamento italiano e prevedono la modifica del piano ambientale. Il futuro aggiudicatario, infatti, potrà “presentare apposita domanda di autorizzazione dei nuovi interventi e di modifica del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 marzo 2014, o di altro titolo autorizzativo necessario per l’esercizio dell’impianto, sulla base dello schema di Piano accluso alla propria offerta vincolante definitiva”. Successivamente si aprirà la fase della consultazione del pubblico e quindi si procederà al nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che avrà valore di una nuova Autorizzazione integrata ambientale. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia