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Subisce un nuovo inciampo il progetto Ferretti nell’area del porto di Taranto, finalizzato a creare un polo produttivo di cantieristica navale per gli yacht, con la costruzione di stampi, scafi, coperte e sovrastrutture in materiale composito.
Nella quota di finanziamento pubblico per la messa in sicurezza e l’allestimento dell’ex yard Belleli, il ministero delle Infrastrutture e trasporti ha tagliato 5 milioni di euro.
Le cause
Non sono note le ragioni che hanno portato a questa riduzione. Si può presumere che i 5 milioni siano stati tolti nell’ambito di una generale “spending review” che sta interessando un po’ tutti i ministeri anche per quadrare i numeri della prossima legge di Bilancio e provare a stare su un sentiero finanziario comunque stretto.
Fatto sta che i diversi soggetti pubblici coinvolti nell’operazione (ministero, Regione e Autorità portuale del Mar Ionio) hanno dovuto rifare il punto per dare a Sogesid, società del ministero dell’Ambiente, le richieste garanzie sul fronte della copertura finanziaria. Trovandosi con 5 milioni in meno, Sogesid si era infatti fermata nel lanciare il bando di gara per lo yard.
La soluzione trovata è quella di individuare all’interno dell’intervento una quota di lavori opzionali pari a 5 milioni. Lavori che non verrebbero cancellati ma spostati ad un secondo momento, quando si troveranno le risorse.
Cosa succede adesso
Adesso toccherà a Sogesid vedere cosa può essere rinviato in modo da partire, forse entro il mese, con il bando di gara.
In base alle offerte che arriveranno, Sogesid, che è stazione appaltante, deciderà chi dovrà occuparsi dello yard per renderlo fruibile all’investimento Ferretti.
L'investimento
L’investimento Ferretti ammonta complessivamente a 201,2 milioni di euro, di cui 137,5 di finanziamento pubblico tra completamento della bonifica e infrastrutturazione e 63,6 di investimento privato. Duecento gli occupati diretti previsti, indotto a parte. Malgrado i vari ritardi, la scorsa estate, comunicando i risultati del primo semestre 2023 (portafoglio ordini a 1,4 miliardi di euro, in crescita del 15,8% rispetto al 30 giugno 2022, ricavi a 580,8 milioni, in crescita dell’8,6, utile netto di 40,9 milioni, in aumento del 36,8), Ferretti ha confermato il progetto. In quell’occasione la società ha infatti dichiarato di aver compiuto in aprile “un importante avanzamento nel progetto dell’area portuale dell’ex cantiere Belleli a Taranto, di oltre 220.000 metri quadrati, dove verrà sviluppato un impianto industriale per la costruzione di modelli e stampi, nonché un centro di ricerca per materiali avanzati. Tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte hanno approvato il progetto di bonifica e sviluppo industriale”. L’operazione Ferretti, oltre ad avere aspetti economici, il rafforzamento del polo della cantieristica a Taranto, ha anche aspetti occupazionali. Infatti, pur se Ferretti non è tra i sei progetti in lizza per le aree Zes (Zona economica speciale) citati dai sindacati Cgil, Cisl e Uil al ministero delle Infrastrutture e trasporti per avere una proroga biennale dell’Agenzia per il lavoro portuale e garantire così il passaggio dei 338 addetti ex Tct ad una nuova occupazione, comunque si conta anche sul potenziale di Ferretti e sulla ripresa del traffico container al terminal di Yilport, che intanto ha rinviato le ulteriori 20 assunzioni previste a settembre scorso dichiarando ai sindacati che allo stato non ci sono “le condizioni, né la sostenibilità” per effettuarle. Le leve Ferretti e Yilport per asciugare il più possibile il bacino dell’Agenzia Tpwa i cui lavoratori sino a fine anno percepiranno l’indennità di mancato avviamento, la cassa integrazione dei portuali. Di qui la proroga chiesta. Mentre dalle sei aziende delle aree Zes è atteso un volume di investimenti per 117 milioni con una ricaduta di 395 posti di lavoro.
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