Perseguita e minaccia la ex moglie e si introduce in casa per rubare le chiavi dell'auto: arrestato per stalking e furto

Perseguita e minaccia la ex moglie e si introduce in casa per rubare le chiavi dell'auto: arrestato per stalking e furto
Perseguita la ex moglie e tenta di rubarle le chiavi dell'auto introducendosi in casa. Un 63enne arrestato per stalking e furto in abitazione. I poliziotti del...

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Perseguita la ex moglie e tenta di rubarle le chiavi dell'auto introducendosi in casa. Un 63enne arrestato per stalking e furto in abitazione. I poliziotti del Commissariato di Grottaglie hanno arrestato un uomo di 63 anni in esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Taranto perché presunto responsabile dei reati di atti persecutori nei confronti dell’ex coniuge e di furto in abitazione.

Le indagini della polizia

Il 63enne era già stato condannato, con sentenza definitiva, per il reato di atti persecutori nei confronti della ex moglie, ma nonostante la condanna ha continuato a molestare e minacciare - anche di morte - la ex. Secondo le ultime indagini, l'uomo, dedito all’uso di sostanze stupefacenti da diversi anni e al quale era stata revocata la patente, si sarebbe introdotto nell’abitazione della donna che vive al piano superiore dello stesso stabile impossessandosi delle chiavi dell’autovettura in uso alla ex moglie per rivenderla e con quei soldi acquistare la droga di cui faceva uso.

Minacce e aggressioni fisiche


In diverse occasioni, poi l’uomo le avrebbe chiesto di accompagnarlo con l’autovettura ad acquistare dosi di sostanza stupefacente e, di fronte al suo rifiuto, l’avrebbe minacciata ed aggredita fisicamente, costringendola a ricorrere alle cure mediche.

Comportamenti questi che hanno generato nella donna uno stato di ansia e paura sia per la sua incolumità che per quella del figlio maggiorenne che più volte è intervenuto in difesa della madre. Per queste ragioni il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto, accogliendo le risultanze del Pubblico Ministero, ha ritenuto che l’applicazione della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere fosse l’unica idonea a garantire le esigenze di tutela della presunta vittima e della collettività.

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Quotidiano Di Puglia