Ex Ilva: continua la protesta dell'indotto. Appello della Cgil: si tolgano i blocchi

La protesta di questi giorni davanti al siderurgico
«Non è stato ancora risolto nulla. Le aziende sono ancora sul piazzale e, allo stato, non hanno ricevuto un...

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«Non è stato ancora risolto nulla. Le aziende sono ancora sul piazzale e, allo stato, non hanno

ricevuto un centesimo. È vero che sono necessari tempi tecnici per la corresponsione, ma anche nell'incontro con i sindacati di due giorni fa avevano detto che erano iniziati i pagamenti e non c'è stato riscontro». Lo riferiscono fonti di Confindustria Taranto in relazione alla protesta delle aziende dell' indotto di ArcelorMittal, che prosegue con il presidio delle portinerie dello stabilimento siderurgico di Taranto per il quarto giorno.

Depositi vuoti e impianto “congelato”: ecco come è ridotta l'ex Ilva

E' poi Giacinto Fallone, per Casartigiani a spiegare il perché della prosecuzione della mobilitazione: «Abbiamo ricevuto una proposta che non soddisfa tutti i partecipanti rispetto alle percentuali sul monte fatture, alle modalità temporali di emissione bonifici, a criteri e tempistica di emissione, alla scelta di chi pagare prima e chi dopo, alle garanzie per i saldi delle posizioni e alle determinazioni future che non ci rendono tranquilli. Stiamo redigendo un nostro documento da discutere con ArcelorMittal», afferma il presidente della categoria Autotrasporto di Casartigiani.

E intanto la Cgil di Taranto accusa Confindustria e le imprese dell' indotto che da quattro giorni stanno presidiando le portinerie dell'ex Ilva di usare i lavoratori «come scudo umano» davanti alla fabbrica per «il

contingente bisogno di far cassa». Chiede quindi di rimuovere i blocchi e di concordare con i sindacati forme di protesta comune per non minimizzare la vertenza complessiva. La protesta dell'indotto non è concordata con le organizzazioni sindacali.  «Avevamo offerto - sottolinea il segretario generale della Cgil ionica Paolo Peluso - a Confindustria, insieme a Cisl e Uil, la possibilità di concordare azioni comuni che tenessero  assieme tutti i difficili pezzi di un puzzle che smembrato in questi termini rischia di minimizzare le azioni e le risposte». L'invito a muoversi «assieme - aggiunge il sindacalista - rivendicando anche la legittima richiesta delle imprese di essere pagate per i loro servizi, era inoltre un presupposto che ci avrebbe consentito di essere meno deboli, meno frammentati e traguardare obiettivi condivisi». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia