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Attesi da più di un decennio dai diportisti e dai villeggianti di Campomarino, i lavori di dragaggio del porto turistico partono col piede sbagliato. A provocare perplessità e a far turare il naso a tanti, è lo sversamento in battigia dei fanghi maleodoranti che le pompe dell’impresa incaricata stanno aspirando dal molo.
Le proteste
Non è un’improvvisazione, perché il progetto approvato e validato dagli uffici preposti prevede proprio questo: togliere la poltiglia nera e puzzolente dal fondo del porto e spalmarla sul bagnasciuga lungo tutto il lato destro del porto sino a quasi il primo stabilimento balneare «Paradise Beach». Un pugno nell’occhio (e al naso) difficile da digerire e comprendere.
Non è contento di questo nemmeno il sindaco di Maruggio, Alfredo Longo che esulta a metà per l’intervento che lui per primo attendeva da tanto tempo e per il quale si è sempre battuto. «Sono dieci anni che aspetto, dieci anni di denunce, di ore al telefono e centinaia di chilometri per arrivare a definire che le operazioni di dragaggio devono essere effettuate a spese della società Torre Moline», scrive Longo soddisfatto per aver evitato costi a carico del comune. Non altrettanto contento per il resto, perché la gioia si spegne su un punto: «E tutto il materiale di dragaggio dove sarà stoccato? Sulla sabbia», sospira Longo pensando al progetto alternativo che aspetta in qualche ufficio del suo comune, secondo il quale «nulla sarebbe andato a finire sulla spiaggia – spiega - ma tutto sarebbe stato portato oltre le 7 miglia marine così come la legge prevede». Oltre all’aspetto ambientale, sicuramente non di poco conto (nessuno sa cosa possano conservare quei fanghi dal colore poco rassicurante e dall’odore acre tra il marcio e il petrolio), a non rallegrare il sindaco è anche la consistenza del progetto finanziato dalla società Torre Moline, attuale gestore del porto e dei suoi servizi.
«Dopo tanto tempo e tanti sforzi – scrive Longo sulla sua pagina Facebook -, la montagna ha partorito un topolino perché ci dovremo accontentare di questo cosiddetto “primo lotto” dei lavori con la speranza che si veda prima o poi all’orizzonte qualche traccia di un “secondo lotto”». Le uniche autorizzazioni che è riuscita ad ottenere in conferenza di servizi la società che finanzierà l’opera, la Torre Moline appunto, riguardano il dragaggio di un metro e mezzo di fondale del solo passo d’accesso del porto. E non per tutta l’area e sino a cinque metri come prevede il progetto del comune per il quale sarebbero disponibili anche i fondi di un finanziamento regionale di circa tre milioni di euro.
«Meritiamo di più – afferma ancora Longo nel suo sfogo social -, ma a nessuno di quelli “che contano” importa questo; ormai ho sepolto l’ascia di guerra, anche se non l’ho mai considerata tale», conclude il primo cittadino con la speranza «che tutto vada per il meglio».
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Quotidiano Di Puglia