«Per Taranto si deve aprire una prospettiva affinché tutte le possibilità siano valorizzate: dall’industria alla cultura, dal porto al turismo. Premiamo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il Concorso ha collezionato 100 manifestazioni di interesse, 46 candidature, 20 gruppi ammessi. Hanno lavorato sui progetti oltre 500 professionisti nazionali e internazionali, 160 studi professionali, 250 consulenti, 100 giovani professionisti che si affacciano alla ribalta dell’urbanistica.
De Vincenti, dopo i doverosi ringraziamenti a tutte le istituzioni coinvolte con un particolare riferimento al fido Giampiero Marchesi, “collante e uomo che tesse le fila per il proseguimento del Cis”, spiega: «Ogni tanto si prende fiato ed è giusto dare a questa città segnali di speranza, futuro e rinascita. Sono emozionato e contento. C’è stato un coinvolgimento di forze intellettuali e di progettualità su Taranto. Adesso metteremo a disposizione di tutti il parco di idee attraverso la mostra. È un insieme di proposte e tutti i tarantini potranno prenderne visione e dire la loro. È un esercizio di democrazia profonda. Non si è spettatori ma giocatori in campo. Chiediamo a tutti di trasmetterci critiche, scelte e osservazioni. Poi lavoreremo al piano di interventi, ai bandi di progettazione e alla fase esecutiva».
La domanda più banale ma probabilmente più concreta e gettonata riguarda i tempi. Ossia: quando sarà possibile vedere i primi cantieri nell’Isola? Fermo restando che ci sono ora sessanta giorni in cui cittadinanza e associazionismo saranno chiamati, si auspica copiosamente, a fornire le proprie valutazioni, il ministro si sbilancia: «Voglio mettere l’accento anch’io sulla concretezza. Gli interventi si realizzeranno, è l’impegno di tutte le istituzioni presenti. Probabilmente le opere potranno cominciare verso la fine del 2018, ci sono tempi tecnici che stiamo stringendo al massimo: si tenga conto che il Cis è stato firmato poco più di un anno fa e già la metà delle risorse è stata impegnata. La sfida di Taranto e dell’industria pienamente compatibile farà scuola in tutta Europa».
Il Concorso ha portato all’identificazione di un piano degli interventi da realizzare per il recupero della Città Vecchia: da quanto emerso nelle proposte, il Comune di Taranto e le altre amministrazioni impegnate nel processo di rinascita della Città Vecchia possono estrarre validi suggerimenti, modelli generali e progetti specifici. Sarà quindi possibile pescare dai diversi progetti finalisti le idee migliori e più fattibili.
Un percorso che dovrebbe modificare l’assetto urbanistico e sociale dell’intera città in quella che Claudio De Vincenti etichetta come una rivoluzione industriale per il capoluogo jonico: «Concorso di idee, università come centro di formazione e ricerca e arsenale che vogliamo valorizzare per la città. Sono tre punti chiave per la scommessa di Taranto. Si stanno affrontando tanti problemi. Non c’è solo l’Ilva che renderemo un siderurgico d’avanguardia e attento ad ambiente e salute. C’è il porto con la piastra logistica che diventa la porta di passaggio per uno sguardo verso il Mediterraneo. Un Mediterraneo come un luogo dove investire energia, voglia di interagire e non come fonte di paura. Taranto è la proiezione naturale di un’Europa che guarda al Sud e non solo al Nord del mondo. Ci sono tanti altri temi difficili ma anche le carte in regola per ripartire e diventare un centro di riferimento».
La cultura resta il fulcro di questa nuova strada: «Il Concorso di idee è il cuore di questa parte: la Città Vecchia è il perno di questo disegno. Ci dice che nel futuro di Taranto c’è certamente un’industria compatibile, una sfida che dobbiamo vincere e farà scuola a tutti. Ma Taranto va al di là del siderurgico e ha da giocarsi il futuro su tutti i campi. Questa sinergia tra esperienze e competenze diverse ha contribuito da un lato a diffondere l’idea di una Taranto che ha già in sé la voglia di cambiare e, viceversa, ha portato a Taranto punti di vista esterni, non “distorti” dall’amore per il proprio territorio. Il risultato è una dotazione immediatamente spendibile in un percorso di celere attuazione della futura strategia di riqualificazione».
Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia