Covid, muore il sindaco di Avetrana: combatteva con il virus da aprile. Aveva 62 anni

Il municipio di Avetrana
Il sindaco di Avetrana, Antonio Minò, non ce l’ha fatta a superare le conseguenze del Covid. E’ morto questa mattina nell’ospedale di San...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il sindaco di Avetrana, Antonio Minò, non ce l’ha fatta a superare le conseguenze del Covid. E’ morto questa mattina nell’ospedale di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, dove era stato trasferito dalla Rianimazione di Manduria.

 

Il contagio

 

Aveva contratto il coronavirus ad aprile scorso, quando non era ancora stato vaccinato (la sua età non lo permetteva) e nel periodo in cui Avetrana registrava il numero di positivi più alto di tutta la provincia di Taranto. Con 6.700 abitanti, gli infettati erano 147 ed altri 71 in isolamento fiduciario domiciliare o in attesa di tampone. Cifre impressionanti rapportate al numero di residenti: 219 avetranesi su diecimila erano positivi al Covid, tra le percentuali più alte, allora, dell'intera regione.

Il vicesindaco Alessandro Scarciglia, sindaco reggente del piccolo comune, decise quindi di blindare il paese vietando gli ingressi, chiudendo tutte le scuole e persino impedendo l'uso della piazza principale e di tutti i luoghi di aggregazione. Minò, intanto, proseguiva la sua battaglia contro il Covid, senza mai lasciare l'ospedale: prima ricoverato in medicina al nosocomio manduriano "Giannuzzi" e da lì trasferito nella rianimazione Covid.

 

L'appello delle figlie 

 

Vicino a lui, le due figlie, che hanno ripetutamente chiesto il suo ricovero in un centro risvegli: dopo la negativizzazione al virus, infatti, Minò è andato in coma semicosciente. Respirava grazie alle macchine «ed ha bisogno di assistenza neurologica intensiva - spiegavano le due figlie al nostro giornale - in un centro per risvegli, indisponibile in tutta Italia». Nessuno, infatti, si era detto pronto ad accogliere il primo cittadino a causa delle sue delicate condizioni di salute che, tuttavia, secondo la famiglia davano segni di miglioramento costante. La battaglia delle due figlie è alla fine andata a segno e Minò è stato trasferito nel Foggiano. 

Poi, oggi, il triste epilogo: le complicanze cardiache e respiratorie avevano debilitato fortemente il suo fisico. Aveva 62 anni e si preparava per la sua seconda candidatura a sindaco per il centrodestra di Avetrana. 

 

Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia