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La nuova maggioranza non si presenta in aula e la mozione di sfiducia al sindaco di Taranto non viene né discussa né votata: Rinaldo Melucci è salvo.
Presenti e assenti
L'opposizione si è presentata compatta al Comune ed è arrivato in consiglio, nonostante le delicate condizioni di salute, anche il consigliere Massimo Battista, primo firmatario della mozione insieme al collega Luigi Abbate. Non si sono presentati, invece, Vito Luigi Agrusti, Bianca Boshnjaku, Salvatore Brisci, Paolo Castronovi, Carmen Casula, Michele De Martino, Giuseppe Fiusco, Stefania Fornaro, Filippo Illiano, Goffredo Lomuzio, Patrizia Mignolo, Valerio Papa, Michele Patano, Elena Pittaccio, Massimiliano Stellato, Adriano Tribbia. Molti di loro erano al primo piano, nell’area del Palazzo in cui il sindaco ha il suo ufficio, e lì sono rimasti anche quando è suonata la prima e la seconda campanella che chiamava all’appello.
Il presidente Bitetti
A presiedere il consiglio Piero Bitetti che, parlando con i giornalisti, ha sottolineato il suo ruolo super partes. Tribbia, però, intervistato poco dopo, ha dichiarato: «Siamo 18 e manteniamo la maggioranza, non ci siamo prestati allo show di alcuni consiglieri. Andremo avanti perché la città ne ha bisogno». Alla domanda se Bitetti sia in maggioranza ha risposto: «Certamente, il presidente Bitetti c’è». Al suo fianco i colleghi di maggioranza Fiusco e Papa.
Le due "linee"
Nelle scorse ore nella nuova maggioranza ci sarebbero state due linee sulla condotta da tenere in occasione della discussione e votazione della sfiducia: “la linea Stellato” e la “linea Bitetti”. Il primo consigliere avrebbe preferito andare in aula e bocciare la mozione attraverso il voto nominale.
La protesta dell'opposizione
All’esito del voto la minoranza è insorta ed Abbate ha indossato una maglietta con la scritta: “Melucci & company dignità politica zero: andate via!” ed ha detto: «Quanto accaduto è gravissimo, si è calpestata l’istituzione del consiglio comunale». Antonio Lenti ha affermato: «Credo che il sindaco si sia autosfiduciato, evidentemente la maggioranza aveva paura del confronto e di non avere realmente i numeri». Luca Contrario ha detto: «Si certifica la propensione di questa pseudo maggioranza a non accettare il dibattito trasparente in aula e probabilmente preferisce parlare attraverso i manifesti 6x3 che ha affisso in città».
I consiglieri Massimiliano Di Cuia, Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano, Francesco Battista, Mimmo Festinante, Francesco Cosa e Walter Musillo hanno poi dichiarato: «Questo significa calpestare le istituzioni senza rispetto per i cittadini che non ricevono alcuna risposta perché il Comune è piegato dalle vicissitudini della maggioranza: oggi in consiglio comunale non è stato possibile discutere la mozione di sfiducia al sindaco di Taranto per mancanza del numero legale».
Anna Filippetti e Giuseppe Tursi, segretari provinciale e cittadino del Pd hanno commentato: «La politica vera è svanita e c’è poco da gioire per essere riuscito a rimanere incollato alla poltrona, ci sarebbe invece da domandarsi come si sia riusciti a disperdere un consenso enorme, a sbriciolare una intera coalizione e a perdere la fiducia dei partiti e dei cittadini in così poco tempo». Mino Borraccino (Pd), consigliere del presidente Emiliano, ha aggiunto: «Melucci è ancora più debole di prima, evidentemente sempre più ostaggio di tanti “personaggi in cerca d’autore” e timoroso di andare in aula per affrontare la discussione e il voto sulla sua sfiducia».
Mario Odone ha poi affermato: «Si è consumata una pagina desolante della politica cittadina. Nessun consigliere di maggioranza né il sindaco erano presenti in aula. Evidentemente questa maggioranza farlocca preferisce parlare alla città attraverso manifesti 6x3». Duro, infine, il commento su facebook del vice presidente regionale del Pd Francesca Viaggiano: «Rinaldo, sei riuscito a rendere questa gente - che, sappilo, non ha mai disdegnato un commento negativo nei tuoi confronti e che dice signorsí solo perché ha ottenuto posizioni di governo - il 17. Ciascuno si sente il 17. Mal di pancia? Sono il diciassettesimo. Hai creato zavorre, non solidi approdi. I numeri non ci sono».
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