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Adesso potranno pensare a «problemi normali, come una interrogazione a scuola», invece di preoccuparsi di «perdere un tetto» sotto cui dormire.
La vita per una famiglia di Taranto, una mamma e quattro figli, è finalmente cambiata grazie ad Abfo (Associazione benefica Fulvio Occhinegro). Tra pochi giorni una casa tutta loro sarà pronta ad accoglierli, dopo anni di sacrifici e la costante paura di un nuovo sfratto.
La storia (raccontata da L'Edicola del Sud) è di quelle a lieto fine, e dà la misura di quanta generosità riesca ancora a esserci, nonostante tutto.
Il desiderio espresso
«Oggi - si legge in un post sulla pagina Facebook dell'Abfo - vogliamo raccontarvi il sogno diventato realtà di una bambina, Ludovica (nome di fantasia, ndc), che all'età di 6 anni, nella sua lettera a Babbo Natale nel 2010, scriveva più o meno così: "Caro babbo natale, io ti chiedo per natale una casa grande se è possibile con un soggiorno, una veranda, un cucinino, uno stanzino e il bagno, se è possibile la vasca. Se non è possibile vorrei un tablet ma se non è ancora possibile vorrei Ciccio bello pappa e mi scappa. Baci baci". In Abfo abbiamo sempre creduto che ci sia Qualcuno o Qualcosa che ci guida. Provvidenza, fortuna, caso, non sappiamo come si chiami o cosa sia, ma quel qualcuno ha ascoltato la piccola Ludovica e oggi quel sogno è realtà: tre fratelli da un cuore grande hanno pensato di donare all'Abfo una casa, senza saperlo, proprio pochi giorni prima che Ludovica, ormai diventata 17enne, la sua mamma e altri tre ragazzi ricevessero uno sfratto dalla piccola casa in cui abitavano.
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La mamma di Ludovica, Anna, ha dovuto affrontare senza un marito «mille sacrifici, rimboccandosi le maniche giorno e notte, e tutta la sua famiglia, sono un grande orgoglio per l'Abfo. Sono la prova che quando non ci si arrende mai, nonostante le avversità, i risultati si raggiungono sempre! È per questo motivo che non abbiamo avuto alcun dubbio nell'assegnare a loro questa casa».
La casa dei sogni di Ludovica «era stata donata inizialmente all'Abfo da tre fratelli di Taranto - ha ricordato Andrea Occhinegro, presidente Abfo - che vogliono mantenere l'anonimato: a loro va da parte nostra il più grande ringraziamento».
La gioia di Anna si è sciolta in un pianto liberatorio: «Mai dimenticheremo il momento in cui è scoppiata in lacrime davanti al notaio (Paola Troise) - ha ammesso -, proprio al momento delle firme. Le sue lacrime di gioia sono le nostre e di tutti gli amici che da anni credono nella nostra associazione e la sostengono. E una gioia così grande siamo certi genererà un amore ancora più potente».
Quando tutto sembrava perduto, per questa famiglia è arrivata la notizia più bella e inaspettata: non avranno più motivo, ora, di temere di doverla lasciare, ritrovandosi per strada, come sarebbe accaduto a breve. Su di loro incombeva l'ennesimo sfratto esecutivo. «Finalmente potranno dormire serenamente», ha ammesso Occhinegro.
«La signora la conosciamo, la seguiamo e l'aiutiamo da circa 12 anni: si è sempre data da fare con piccoli lavoretti: di notte faceva la badante, di giorno le pulizie. Con quattro figli non è semplice. Si dà tanto da fare ed è per questo che abbiamo deciso di assegnarle la casa. Come Abfo cerchiamo di aiutare in mille modi le famiglie: speriamo in altri esempi del genere, ci sono tanti proprietari che hanno appartamenti sfitti da una vita e che, visto il tam-tam, potrebbero fare la stessa cosa». Per Ludovica e la sua famiglia, dopo tanta sofferenza, «l'incubo è finito».
N.Sam.
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Quotidiano Di Puglia