Call center nel garage: dopo la denuncia arriva la chiusura

Call center nel garage: dopo la denuncia arriva la chiusura
Un mese fa la denuncia: un call center in un garage. Ora la chiusura della vicenda. «Abbiamo combattuto e vinto lo sfruttamento e l’illegalità, ripristinato il...

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Un mese fa la denuncia: un call center in un garage. Ora la chiusura della vicenda. «Abbiamo combattuto e vinto lo sfruttamento e l’illegalità, ripristinato il diritto e la dignità dei lavoratori e salvato tutti i posti di lavoro». È il commento entusiasta di Andrea Lumino (nella foto a destra), segretario generale della Slc Cgil di Taranto poco dopo la positiva chiusura della vicenda sul call center irregolare facente capo ad un’azienda di Taranto.

Un mese fa la Slc Cgil di Taranto aveva denunciato un call center in un garage tarantino con lavoratori irregolari che percepivano un compenso da 200 euro mensili.
Dopo i chiarimenti forniti da Tim, che ha precisato di essere completamente estranea alla vicenda e di non avere alcuna responsabilità rispetto ai fatti denunciati, è stata avviata un’indagine che si è conclusa, qualche giorno fa, con l’adozione delle opportune misure idonee ad escludere qualsiasi utilizzazione del call center in questione da parte della rete di vendita di Tim. «La collaborazione ci ha permesso di stigmatizzare le irregolarità e di ricollocare tutti i lavoratori in un’altra realtà occupazionale nel rispetto della legge e di quanto previsto dal contratto di lavoro. Insomma - ha affermato il sindacalista - per quei lavoratori sarà un Natale all’insegna del rispetto e della legalità», ha aggiunto il sindacalista.
 

«È infatti un passo importante perché è la dimostrazione che la lotta paga e, soprattutto oggi, è sempre più importante stare nelle strade e nei “garage” per denunciare queste situazioni non di lavoro, ma di sfruttamento. Una nuova schiavitù che genera precarietà su precarietà e sopruso su sopruso: non a caso coloro che gestivano quel call center erano lavoratori che a loro volta erano stati precedentemente sfruttati in un altro sottoscala all’indecente cifra di 1 euro all’ora».
«Per questo come Slc Cgil di Taranto - ha proseguito Lumino - crediamo fermamente nella lotta e sappiamo precisamente da che parte stare: ripudiamo il concetto “lavoro” laddove non sono rispettate le condizioni di dignità umane e professionali di chi lavora perché non è tollerabile accettare tutto pur di avere un tozzo di pane. Taranto è in grossa difficoltà da un punto di vista sociale ed economico, ma se non c’è una reazione rischiamo di essere schiacciati». Va aggiunto che la Tim, oltre ad avere prontamente avviato le necessarie verifiche, ha ribadito il proprio impegno finalizzato ad assicurare una continua e costante vigilanza sull’operato dei propri partner commerciali nell’ottica di garantire sempre la legalità e il rispetto delle regole, anche nell’interesse dei lavoratori, dichiarandosi assolutamente pronta a collaborare con chiunque ritenga di volere mettere a sua disposizione elementi utili a rafforzare le già adottate azioni di contrasto verso eventuali condotte illecite. «Questo - commenta Lumino - ci fa ben sperare per il futuro. Siamo fiduciosi che prima o poi questa battaglia, che sembra non aver mai fine visto che ogni giorno scopriamo qualcosa di più aberrante, possa trovare nel sistema legislativo una risposta vera ai bisogni e al rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori: una soluzione che consenta loro di vivere e non di sopravvivere. La nostra battaglia - ha concluso Lumino - certamente non si fermerà, ma continuerà senza abbassare la guardia perché indispensabile per la salvaguardia di migliaia di persone, dei loro diritti e delle loro necessità». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia