A qualcuno le denunce su illegalità e legami pericolosi evidentemente non vanno bene. La storia si ripete: ne sa qualcosa Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil...
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Non è la prima volta, si teme non sia l’ultima. Perché il rappresentante sindacale da tempo ha iniziato una vera e propria guerra contro i call center irregolari. I cosiddetti sottoscala con stipendi da miseria, però, potrebbero non essere l’unica causa.
Perché l’intransigenza di Lumino può dare fastidio a molti. Anche a chi potrebbe avvicinarsi alla realtà jonica alla ricerca di nuovi investimenti.
La vicenda è nelle mani delle autorità e il diretto interessato, per ovvie ragioni, evita di lasciare commenti. Il segnale positivo, però, arriva dai suoi colleghi. Il sindacato si è compattato e si è subito mosso per inviare messaggi solidali a Lumino.
«Andrea è una persona molto appassionata e noi gli siamo vicini - commenta Riccardo Saccone, coordinatore nazionale delle telecomunicazioni per la segreteria nazionale Slc Cgil - cosa sta accadendo è molto semplice: vogliamo il rispetto delle regole e la prima cosa che dobbiamo fare è evitare che vengano aggirate. In un territorio dove i call center non mancano, buoni e cattivi, Andrea viene identificato come un problema. Mi preme dire una cosa: non è solo, lui lo fa in quanto ottimo dirigente di un sindacato ma è tutta la Cgil a denunciare».
Saccone non può esporsi sugli ultimi fatti: «Su Taranto ci sono sospetti ma devono essere verificati con le autorità competenti. Io allargo la situazione a tutti quelli che trattano come bestie le persone e danno cinque euro ai dipendenti. Pare che il Comune abbia appaltato il servizio a chi delocalizza in Albania. Diventa odioso quando le realtà pubbliche predicano bene e razzolano male».
I mittenti di queste nuove telefonate fanno seguito al messaggio sulla sua auto di qualche mese fa. Con un consiglio di “lasciare stare”, di non addentrarsi in certe situazioni.
Minacce che però non hanno fermato l’attività di Lumino per far emergere situazioni anomale nei call center di Taranto ma non solo. Nel mirino anche altre realtà pugliesi.
«Non so se c’è di mezzo qualcuno che vuole investire a Taranto - conclude Saccone - è evidente che Andrea è una persona scomoda sia per chi già opera sul territorio, sia per chi vorrebbe entrare nel mercato. Deve passare però il concetto che avranno a che fare con tutti noi. Andrea non è solo».
Denuncia condivisa da un comunicato della Cgil di Taranto, a firma del segretario Giuseppe Massafra, in cui si stigmatizzano i «call center che si avvalgono di manodopera irregolare e sottopagata, i call center che delocalizzano il servizio, anche in presenza di commesse pubbliche come nel caso del servizio di riscossione crediti che il Comune di Taranto affida in sub appalto a Poste Italiane, che a sua volta delocalizzazione in Albania».
«Le minacce e gli “avvertimenti” che hanno riguardato Andrea Lumino riguardano tutti noi - chiosa Massafra - pertanto non fanno altro che convogliare tutta la forza della confederazione verso un fenomeno che attenzioneremo sempre di più, evitando il pericolo di un caso isolato o archiviabile». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia