Si è sentita male mentre lavorava nei campi. Si è accasciata sul terreno e si è spenta, a dispetto dei tentativi di rianimarla. È morta così,...
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Arriva dall’estrema provincia occidentale di Taranto l’ennesima tragedia consumata sotto il sole e tra i campi agricoli. La giovane vittima giovedì aveva cominciato a lavorare di buon’ora in quel terreno. Sotto il sole cocente e con un tasso di umidità da togliere il fiato. Nella tarda mattinata, però, ha accusato un malore. Non è riuscita neanche a chiedere aiuto e si è abbattuta sulla terra che stava lavorando. L’allarme è scattato subito, con i compagni che hanno allertato i soccorsi. È scattata la procedura di urgenza e sul posto sono piombati i sanitari del servizio 118. Si è anche ipotizzato di intervenire con l’elisoccorso per cercare di strappare la malcapitata ad un destino davvero ingiusto. Ma tutto si è rivelato vano.
La donna ha smesso di respirare nel giro di pochi minuti. E purtroppo inutili si sono rivelati i disperativi tentativi di rianimarla condotti con la consueta generosità dagli uomini del 118. Per la 39enne, originaria di Lizzano ma residente nella vicina Basilicata, non c’è stato nulla da fare, tra la disperazione dei suoi compagni di lavoro e di fatica. Sul posto sono subito arrivati anche i carabinieri della vicina stazione di Ginosa e della compagnia di Castellaneta. Della tragedia è stata prontamente informata anche il pubblico ministero di turno Giorgia Villa. Il magistrato ha immediatamente disposto una serie di accertamenti. In primo luogo si vuole comprendere la causa di morte della sfortunata bracciante. Così il pubblico ministero ha subito decretato il ricorso all’esame autoptico che lunedì mattina sarà affidato al medico legale Marcello Chironi. Un passaggio obbligato per comprendere le cause della drammatica vicenda ed ipotizzare eventuali profili di responsabilità. Contestualmente il magistrato ha anche delegato una pioggia di verifiche agli uomini dell’ispettorato del Lavoro. Il loro compito sarà quello di accertare la regolarità della posizione lavorativa della vittima. Un’attività, da ritenersi ancora in fase embrionale e nel rigoroso alveo degli atti dovuti, con la quale provare a spiegare la morte avvenuta nei campi di Ginosa. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia