Avvocati a Taranto, maggioranza a Cigliola ma la lista Di Maggio non ci sta: pioggia di ricorsi

Avvocati a Taranto, maggioranza a Cigliola ma la lista Di Maggio non ci sta: pioggia di ricorsi
È stata accompagnata da polemiche e ricorsi l'elezione per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Taranto. La Commissione elettorale, all'esito...

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È stata accompagnata da polemiche e ricorsi l'elezione per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Taranto. La Commissione elettorale, all'esito delle votazioni, sabato sera si è riunita e ha escluso sette candidati (tra i più votati) perchè dichiarati ineleggibili, tutti appartenenti alla lista "Le Voci del foro".

Tra questi anche Vincenzo Di Maggio, il più suffragato con 663 preferenze dato come presidente in pectore. Le esclusioni hanno sovvertito il responso delle urne a beneficio della lista Nuovo Impegno Civile e la presidenza, con questo scenario, spetterebbe a Giovanni Cigliola, che ha ottenuto 602 voti. Ma ora pendono i ricorsi al Consiglio nazionale forense. Oltre a Cigliola risultano eletti altri 21 candidati. Tocca al consigliere eletto più 'anzianò convocare la prima riunione del nuovo Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Taranto che poi provvederà ad eleggere le cariche di presidente, vicepresidente, segretario e tesoriere.

La storia

Polemiche a non finire, con accuse di ogni genere di un gruppo nei confronti dell'altro che sui social prendono il tono delle offese al limite dell'ingiuria. E dai legittimi ricorsi agli organi superiori, si passa alle querele, già pronte per essere depositate, per i reati di abuso d'ufficio e chissà per cos'altro ancora.
Tutto per la conquista della presidenza del governo degli avvocati e degli incarichi da assegnare successivamente, evidentemente molto ambiti. Sinora i presidenti in pectore sarebbero due, l'avvocato Vincenzo Di Maggio con la lista «Le Voci del Foro» e Giovanni Cigliola con la «Nuovo Impegno Civile»: il primo battezzato dalle urne, il secondo dalla Commissione elettorale che mettendo fuori gioco sette eletti nel gruppo più suffragato, compreso lo stesso capolista, ha sovvertito l'esito dei seggi.


Partiamo dall'inizio, da mercoledì scorso, quando la commissione elettorale chiamata a convalidare le candidature, ne aveva escluse quattro ritenendole incandidabili perché non avrebbero rispettato, questo secondo il parere dei commissari, il periodo di fermo di quattro anni dall'ultimo incarico ricoperto. I quattro avvocati ricorrono al Consiglio nazionale forense che li rimette in gioco. Si sono così aperte regolarmente le urne che sabato pomeriggio alle 15 (scrutinio velocissimo grazie al voto digitale e computerizzato), hanno sancito la supremazia della lista dell'avvocato Di Maggio che esultava grazie anche ai suoi 663 voti personali, circa un terzo del totale.
Il nuovo presidente dell'Ordine degli avvocati - anche se non ancora formalmente nominato perché ad eleggerlo sarebbe stato ovviamente il Consiglio nella sua prima seduta - è per tutti lui. Per tutti, ma non per la commissione elettorale che dopo cinque ore di riunione proclama vincitrice, a sorpresa, la lista dell'avvocato Cigliola. Che esulta alla pari con i suoi 14 consiglieri assegnati.

Cosa era successo?

I commissari, presieduti dall'avvocato Antonvito Altamura, hanno rimesso in discussione la supposta incandidabilità, divenuta ora ineleggibilità, dei quattro precedentemente cassati (ma riammessi dal Consiglio nazionale) e di altri tre premiati dalle urne.
Fuori sette, tutti appartenenti alla lista di Di Maggio, dentro altri sette, sei del gruppo Cigliola e uno della terza lista «Il Rinnovamento Continua» della caposquadra Mirella Casiello che conquista così il secondo seggio oltre al suo.
Si sprecano malesseri e proteste da parte degli esclusi che fanno notare come la Commissione, in quella fase post voto, non avrebbe dovuto entrare nel merito della ineleggibilità, né tanto meno della incandidabilità (sulla cui questione, è bene ricordarlo, si era già espresso l'organo nazionale), ma limitarsi a convalidare l'esito sacrosanto del voto. Salvo poi, per chi ne avesse avuto motivi, presentare opposizione agli uffici preposti.
Tutto qui? Per niente, perché la clamorosa decisione dei commissari scatena negli esclusi la voglia di vederci chiaro passando allo scandaglio la correttezza dei commissari e scoprendo aspetti che se non di illegittimità vera a propria, metterebbero in discussione perlomeno la questione di opportunità morale. Si parla quindi di conflitto d'interessi di alcuni componenti il cui voto avrebbe favorito parenti o soci in affari.


Ad elencarli è l'avvocatessa Eleonora Coletta, consigliera eletta nella lista di «Le Voci del Foro» della quale si fa portavoce. «L'avvocato Fabrizio Nastri - dice è socio di Libravvocati, società cooperativa che annovera tra i soci l'avvocato Mirella Casiello (candidata presidente e consigliera eletta, ndc), collega di studio dello stesso Nastri e sua compagna di vita; e poi c'è l'avvocato Antonvito Altamura, presidente della commissione prosegue Coletta -, in considerazione della candidatura dell'avvocato Emanuele Altamura, fratello e socio di capitali dello Studio legale Altamura S.r.l.)». Per la portavoce della lista guidata da Di Maggio, inoltre, sarebbe stato compiuto un atto non conforme alla norma per il fatto che la commissione non poteva non proclamare. «Ed invece ha inopinatamente sovvertito il volere del foro di Taranto dichiarando ineleggibili 7 eletti».


Questi aspetti ed altre condotte ritenute illegittime ed illegali, è certo, faranno cantare presto le carte bollate trovando terreno facile nella categoria interessata. Prossima mossa, molto attesa, la convocazione della prima assemblea del nuovo Consiglio che dovrà eleggere il presidente Cigliola e il suo vice che, secondo i rumors, potrebbe essere proprio l'avvocatessa Casiello. Ma molto prima dovrebbe arrivare il responso del Consiglio nazionale forense che da Roma sta osservando tutto.
 

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Quotidiano Di Puglia