La sezione distaccata di Taranto della Corte d'Assise d'Appello di Lecce ha depositato le motivazioni della sentenza di secondo grado del processo per l'omicidio di Sarah Scazzi,...
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A 8 anni di reclusione - per soppressione di cadavere - è stato condannato in Appello Michele Misseri, marito di Cosima e padre di Sabrina, che consentì la notte del 6 ottobre di sei anni fa il ritrovamento del corpo confessando l'omicidio per poi ritrattare e accusare la figlia secondogenita Sabrina. Per lo stesso reato, sempre in appello, ha avuto una pena di 5 anni e 11 mesi di carcere (6 anni in primo grado) Carmine Misseri, fratello di Michele. I giudici hanno assolto, perché il fatto non sussiste, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, che il 20 aprile 2013 erano stati condannati ad un anno di reclusione per favoreggiamento personale, confermando invece la condanna ad un anno e quattro mesi per Giuseppe Nigro, imputato per lo stesso reato. La Corte ha infine rideterminato, riducendola un anno e quattro mesi, la pena per Vito Russo, ex legale di Sabrina Misseri (due anni in primo grado per favoreggiamento personale). L'ispettorato generale del ministero della Giustizia ha chiesto informazioni per il ritardo nel deposito delle motivazioni al presidente della corte d'Appello di Taranto.
Nelle motivazioni della sentenza (1277 pagine divise in 16 capitoli), a quanto si apprende ci sono dei punti fermi che ricalcano quanto descritto dai giudici nel verdetto di primo grado. Ad uccidere la 15enne di Avetrana, il 26 agosto del 2010, nella villetta di via Deledda, sarebbero state la zia Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri. Quest'ultima avrebbe agito per la gelosia che nutriva nei confronti della cugina in quanto entrambe si erano invaghite dell'amico comune Ivano Russo. Sua madre avrebbe maturato un 'risentimento autonomo'. Furono le due donne, anche per i giudici di secondo grado, a strangolare nella loro casa Sarah, e insieme a Michele Misseri (condannato a 8 anni per soppressione di cadavere) ad eliminarne il corpo, che fu trovato dopo 42 giorni in un pozzo-cisterna in contrada Mosca. A redigere materialmente le motivazioni e' stato il giudice a latere Susanna De Felice, che analizza lo svolgimento del processo, si sofferma su antefatto e ricostruzione dell'omicidio, ipotizza la dinamica, tratteggia la figura di Michele Misseri, riporta i verbali di interrogatorio. Dopo essersi recata nella villetta dei Misseri, Sarah avrebbe avuto una prima lite con Sabrina e Cosima, poi avrebbe cercato di fuggire ma sarebbe stata raggiunta in strada e riportata in casa, dove sarebbe avvenuto l'omicidio tramite strangolamento. Il collegio difensivo ora ha 45 giorni di tempo per presentare ricorso in Cassazione. I legali hanno ricevuto una Pec per il ritiro del faldone di 1277 pagine in cui sono racchiuse le motivazioni della sentenza emessa il 27 luglio del 2015.
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Quotidiano Di Puglia