Alessia, 30 ore per tornare in Puglia da Valencia: «Noi italiani trattati come se esagerassimo»

Alessia, 30 ore per tornare in Puglia da Valencia: «Noi italiani trattati come se esagerassimo»
TARANTO - Ha raccontato la sua odissea durata trenta ore di viaggio e circa 3.800 chilometri percorsi, spostandosi tra tre nazioni diverse, per tornare a casa dalla Spagna....

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TARANTO - Ha raccontato la sua odissea durata trenta ore di viaggio e circa 3.800 chilometri percorsi, spostandosi tra tre nazioni diverse, per tornare a casa dalla Spagna. Alessia, 29 anni, giovane di Taranto iscritta all'università di Valencia, riuscita a rientrare in Italia oggi, dopo un viaggio che, tra aerei, traghetti e treni, le è costato oltre 500 euro.

In condizioni normali, il collegamento tra la Spagna e la Puglia - 1.700 chilometri - richiede circa tre ore.
«Ho deciso di ripartire quando è stata confermata la chiusura dell'università - racconta la studentessa - e ho prenotato un volo da Valencia a Bari, con scalo a Francoforte. Sono partita all'alba di ieri, ma a causa di un ritardo del primo aereo, in Germania abbiamo perso la coincidenza e la compagnia ha ripiegato su Palermo. Dalla Sicilia ho preso un traghetto fino a Napoli e poi il treno fino a Taranto. In stazione la polizia mi ha identificato e mi ha comunicato la quarantena obbligatoria, anche se avevo già intenzione di sottopormi ad isolamento volontario».

L'ATTEGGIAMENTO NEI DIVERSI PAESI: «IN SPAGNA DISCRIMINATI PER LE TROPPE CAUTELE»

«In Italia - prosegue Alessia - ho notato una grande attenzione al rispetto delle prescrizioni, a partire dalla distanza interpersonale di sicurezza, con un'imponente presenza delle forze dell'ordine. Inoltre ho notato che quasi tutti indossano la mascherina. In Germania, invece, non è così, i controlli sono stati minimi. A Valencia, fino all'altro ieri, la situazione era pressoché normale: se da un lato erano iniziati gli assalti ai supermercati, dall'altro in giro per le strade e nei locali c'era tanta gente». La giovane racconta di aver notato, in Spagna, «una sorta di discriminazione nei confronti degli italiani, come se fossimo esagerati rispetto all'emergenza coronavirus». Nonostante il viaggio durato trenta ore, spiega che «ad alcuni è andata peggio, non posso lamentarmi: alcuni miei colleghi, oltre agli altri collegamenti in aereo e via terra, hanno passato più di un giorno in traghetto e hanno avuto anche problemi in fase di sbarco». «Una volta arrivata a Taranto, ho evitato contatti con la mia famiglia, per non correre rischi, e ora sono nella nostra casa estiva, dove rimarrò per i prossimi 14 giorni», conclude la studentessa. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia