Addio alla piccola Marzia, Taranto piange un altro angelo

Addio alla piccola Marzia, Taranto piange un altro angelo
TARANTO - Aveva solo cinque anni Marzia Rebuzzi, se l'è portata via un tumore al cervello, vinta così piccola da un male che non è riuscita a sconfiggere....

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TARANTO - Aveva solo cinque anni Marzia Rebuzzi, se l'è portata via un tumore al cervello, vinta così piccola da un male che non è riuscita a sconfiggere. È morta a Roma ieri mattina, all'ospedale Bambin Gesù dove era ricoverata, e Taranto, la sua città, ripiomba nell'incubo in un attimo.

La notizia, terribile, corre immediatamente su Facebook. L'associazione Genitori Tarantini pubblica un post dedicato a Marzia e invita la città a manifestare il lutto per la bambina morta di cancro: Ancora una Vita. Ancora una giovane speranza di luce si dissolve ed evapora in questa incipiente e greve primavera foriera di lutto e disperazione a causa di questo testardo ed insensato genocidio. Oggi è volata in cielo Marzia Rebuzzi, 5 anni...ennesima innocente esistenza immolata all'acciaio ed alle perverse e strategiche logiche del profitto! Basta! Basta! La città è in lutto. Questa terra martoriata ed insultata è in lutto! Taranto non ce la fa più: non ha più lacrime, non ha più tempo da dedicare alla paura ed al dolore. Tutto ciò sta diventando drammaticamente normale e questo pedaggio in carne e sangue innocente che si paga ogni giorno è il tributo a ragioni, ad interessi, a speculazioni che siamo stanchi di subire e di comprendere oltremodo. Mettiamo ai nostri balconi, alle nostre finestre, un drappo nero in segno di lutto. Copriamo la città di drappi neri, continuiamo a manifestare urlando con tutta la nostra forza il nostro dolore e la nostra disperazione! Incontriamoci ancora e ancora e ancora per unire in una unica voce il nostro grido di libertà e dignità! Taranto Libera!!!.
Il triste destino di Marzia è lo stesso di suo cugino Alessandro Rebuzzi: il guerriero, così lo ricordano, morì a 16 anni a causa di una fibrosi cistica correlata all'inquinamento.

Era il 2 settembre del 2012. Alessandro divenne il simbolo della lotta per il diritto alla salute a Taranto. Pochi mesi prima, a febbraio, si arrampicò sulla ringhiera del tribunale di Taranto mentre era in corso l'incidente probatorio per il disastro ambientale ex Ilva. Noi vogliamo aria pulita, urlava di rabbia. È stato proprio il papà di Alessandro, Aurelio, a riferire che la piccola Marzia non ce l'aveva fatta. Un dolore senza fine per questa famiglia chiusa nel silenzio. Il nome di Marzia si aggiunge a quello di Alessandro, Giorgio, Lollo, Syria, Francesco, Giuseppe, Rebecca e di tanti altri piccoli angeli ricordati nella fiaccolata dello scorso 28 febbraio.

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Quotidiano Di Puglia