Minacce alla moglie e avances alla figlia minorenne: denunciato in tribunale

Minacce alla moglie e avances alla figlia minorenne: denunciato in tribunale
Minacce alla moglie, botte alla suocera e avances esplicite alla figlia minorenne. È una storia squallida quella che arriva da un quartiere popolare di Taranto e finita...

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Minacce alla moglie, botte alla suocera e avances esplicite alla figlia minorenne. È una storia squallida quella che arriva da un quartiere popolare di Taranto e finita tempo fa nelle aule del Palazzo di giustizia. Una vicenda che al di là dell'esito processuale, racconta il degrado morale di alcune fasce sociali e apre uno squarcio particolarmente inquietante sulle violenze fisiche e psicologiche a cui sono sottoposte le donne nelle loro stesse famiglie. Il 13 maggio scorso il giudice ha disposto il non luogo a procedere nei confronti di un 44enne accusato di maltrattamenti e lesioni in famiglia: nei capi d'accusa si legge che l'uomo avrebbe maltrattato la moglie «con continue vessazioni», minacce di morte e «violenze psicologiche» e avrebbe rivolto «continui apprezzamenti ed espliciti inviti di natura sessuale» nei confronti della figlia minorenne. Non solo.


Avrebbe anche aggredito, almeno in una occasione, la moglie e la suocera. Il procedimento penale, però, si è chiuso senza alcuna sentenza: le donne infatti avrebbero ritirato la querela che era stata presentata contro l'uomo. Senza la querela, per quel tipo di accusa, la procura non può portare avanti le contestazioni e così il tribunale di Taranto non ha potuto fare altro emettere questo verdetto che in sostanza interrompe il processo di accertamento dei fatti. Eppure il tribunale ha lasciato uno spiraglio aperto: nel verdetto ha trasmesso gli atti alla procura affinché gli inquirenti valutino se i fatti raccontati dalla figlia, all'epoca minorenne, costituiscano davvero solo un tentativo di violenza sessuale oppure no. Tra le vicende narrate dalla figlia, infatti, emergono dettagli inquietanti e morbosi: l'idea di donare un sex toys alla ragazzina, i messaggi con un contenuto estremamente volgare, le scenate di gelosia quando la scopriva in compagnia di coetanei e soprattutto le attenzioni morbose nei confronti della ragazzina. In particolare c'è un atto che ha determinato la reazione della ragazzina che per anni ha sempre tenuto tutto nascosto: non aveva mai raccontato nulla a sua madre e a sua nonna per paura che le ritorsioni del padre potessero essere particolarmente violente. Poi un giorno, quando a una festa sua padre l'ha baciata sul collo con un atteggiamento che nulla aveva a che fare con l'affetto paterno, qualcosa in lei si è rotto: la ragazza è esplosa in pianti isterici e finalmente ha mostrato tutta la verità alle donne della sua famiglia.

Solo a quel punto, tutte, hanno trovato il coraggio di denunciare l'accaduto e trascinare l'uomo in tribunale. Dinanzi agli investigatori la 17enne ha descritto tutte quello che ha dovuto subire in silenzio. Ha raccontato come il padre provasse a convincerla che i suoi coetanei erano inaffidabili e che lei avesse bisogno di un uomo maturo, delle proposte di andare in crociera senza la madre per arrivare a infime domande di natura sessuale.


Ha chiarito che l'uomo non ha mai fisicamente allungato le mani nei suoi confronti, ma contemporaneamente ha descritto le violenze fisiche subite dalla madre e da sua nonna. Poi, col passare del tempo, qualcosa deve essere cambiato: la querela presentata da sua madre è stata ritirata e il processo si è così interrotto. Ora però potrebbe aprirsene uno nuovo: il tribunale ha riqualificato una parte del capo d'accusa da maltrattamenti a tentata violenza sessuale, reato per il quale non è richiesta la querela e quindi l'accusa può andare avanti nell'accertamento della verità. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia