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Le domeniche di apertura del museo archeologico nazionale di Taranto sono salve, ma il caso non è ancora chiuso.
La protesta sindacale proseguirà anche domani, quando si terrà online la riunione richiesta dalla Direzione generale Musei per risolvere il conflitto tra dipendenti del MarTa e il vertice del Museo archeologico nazionale di Taranto.
La vicenda
Tutto è nato dal ritiro ufficiale della firma dal progetto di valorizzazione delle domeniche, che stava portando alla chiusura del MarTa nei giorni festivi. La carenza di personale, unitamente alla mancata remunerazione del lavoro aggiuntivo sollevata dai sindacati (che di fatto ha aperto la crisi), ha creato una situazione complessa per la fruizione del museo, tanto che in extremis la Direzione generale dei Musei del ministero della Cultura è intervenuta per scongiurare il rischio che le porte del MarTa non aprissero ai visitatori già il 3 luglio scorso (prima domenica del mese, quindi con ingresso gratuito). Ma la soluzione temporanea di affidarsi a un istituto di vigilanza privata è stata ampiamente contestata dai sindacati, poiché, come hanno evidenziato, il Codice dei beni culturali prevede che determinati compiti siano affidati al personale interno.
E non sono piaciute neppure le modalità con cui è stata presa la decisione in capo al Mic, tanto che la mobilitazione a livello nazionale (il MarTa non è l'unico luogo di cultura coinvolto) è arrivata dritta a Roma.
Le dichiarazioni dei sindacalisti
Ma «la politica non si confronta», ha sottolineato Lorenzo Caldaralo, segretario generale della Fp Cgil di Taranto. «Domenica ci sono stati 300 ingressi: c'erano per turno 9 vigilanti, di cui 7 privati e 2 interni», ha aggiunto Caldaralo. Nello specifico, la dotazione di personale del Marta, a fronte di «86 dipendenti in pianta organica», è di appena «36» unità. Troppo pochi per non finire in affanno. «Speriamo che il ministro Franceschini - ha aggiunto Caldaralo - inizi a preoccuparsi di mettere personale laureato all'interno dei musei». Le graduatorie degli ultimi concorsi ministeriali (fermi al 2019/2021) non scorrono, le assunzioni sono bloccate, e nel frattempo il fabbisogno continua a crescere per effetto dei pensionamenti (a Taranto sarebbero destinate solo 5 risorse).
Secondo il segretario generale della Uilpa Taranto, Giuseppe Andrisano, «è importante che si possa continuare a garantire il servizio ai cittadini: servono iniziative urgenti e straordinarie per consentire l'utilizzo dei luoghi della cultura, ma non vogliamo che ciò avvenga attraverso un ritorno al precariato nella pubblica amministrazione, perché è questo che vuole fare la politica. Il personale, nonostante la carenza e le grandi difficoltà, ha sempre curato questi servizi». Il segretario generale della Cisl Fp Taranto, Massimo Ferri, ha puntato l'attenzione sul tema correlato del turismo: «È un problema gravissimo: i tanti visitatori che arrivano in uno dei siti più visitati di tutta Italia, come il MarTa, potrebbero non trovarlo aperto, o comunque l'hanno trovato aperto con il sacrificio delle persone che sono la metà dell'organico previsto. Vogliamo individuare una soluzione definitiva a questo problema che ha una ricaduta anche di carattere economico sull'intero territorio».
La politica chiede interventi
Sulla vicenda, infine, è intervenuto anche Massimiliano Stellato, capogruppo dei Popolari con Emiliano in consiglio regionale: «Bisogna lavorare subito, con buon senso e pragmatismo, per assegnare personale al Museo archeologico nazionale di Taranto, indubbio attrattore turistico della città. Alla luce della diffida sindacale ai vertici del ministero della Cultura contro l'uso temporaneo dei vigilanti privati, bisogna dare risposte ai sindacati circa la grave carenza di organico. L'impiego dei vigilanti privati può essere accettato solo se si conferma come misura assolutamente temporanea e transitoria. Non può essere, in alcun modo, un rimedio permanente. La soluzione - conclude - sta, invece, nell'innesto di personale nuovo o aggiuntivo e nell'assegnazione delle risorse specificamente dedicate».
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