Carlo Mazzone, la storia del tecnico romano raccontata in un film. Dalla Roma al Livorno passando dal Lecce

Carlo Mazzone
“Come un padre” racconta la storia di Carlo Mazzone, per tutti semplicemente Carletto, una vita trascorsa in gran parte sul rettangolo verde, prima come calciatore e...

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Come un padre” racconta la storia di Carlo Mazzone, per tutti semplicemente Carletto, una vita trascorsa in gran parte sul rettangolo verde, prima come calciatore e successivamente come allenatore. Sor Carletto è stato uno dei personaggi più amati del calcio italiano per il suo modo di essere uomo vero, sincero e leale. Tanto è vero che una delle frasi che l’hanno reso celebre, “Io ogni anno ho vinto lo scudetto dell’onestà”, viene spesso ricordata da chi lo ha vissuto da vicino. Dell’onestà di Mazzone sa qualcosa anche la Juventus, sconfitta a sorpresa dal suo Perugia nell’ultima giornata di campionato, nell’ormai celebre partita disputata sotto il diluvio del “Curi”, e costretta a consegnare lo scudetto nelle mani della Lazio.


La vita di Carletto Mazzone, oggi 85enne, è stata raccontata in un film visibile da ieri su Prime Video. In “Come un padre”, diretto da Alessio Di Cosimo, che si è avvalso della preziosa collaborazione del figlio del mister, Massimo, e della nipote, Iole, e prodotto da 102 Distribution, sor Carletto viene raccontato dai suoi figli adottivi, da Baggio, a Totti, da Guardiola a Pirlo, e ancora Signori, Materazzi, Cappioli, Muzzi e tanti altri. Nel ricordarlo con grande affetto, i vecchi campioni hanno svelato alcuni retroscena degli straordinari momenti vissuti con il tecnico originario di Trastevere, nel cuore di Roma, e ascolano di adozione. «Io per Mazzone sarei andato anche nel fuoco», ha raccontato ad esempio Roby Baggio, il suo pupillo.
Ovviamente, nei quasi 120 minuti di racconto non poteva mancare un riferimento al periodo trascorso da Carletto Mazzone alla guida del Lecce di Jurlano e Cataldo, dal 1987 al 1990. Il ricordo della promozione in serie A del 1988 e quello del nono posto in classifica conquistato al termine della stagione 1988/89. Nei primi minuti del film si vede Mazzone accanto al dottor Ninno sulla panchina del Lecce in occasione della storica sfida del Via del Mare contro il Torino, una gara decisiva per la permanenza in serie A vinta dai giallorossi con un meritato 3-1 davanti a circa 50 mila spettatori. «Sono queste le vittorie più belle perché sofferte», dichiarò al termine del match un entusiasta Mazzone che festeggiò la rete del 2-0 di Beto Barbas con una corsa imperiosa accanto alla panchina. Pochi istanti, sufficienti però a finire addirittura nella sigla di “Mai dire gol”.


Nonostante siano passati tanti anni, sor Carletto è rimasto legato al Lecce grazie soprattutto ai contatti frequenti con il dottor Palaia e con Checco Moriero, un altro dei suoi ragazzi più amati. All’ala della zona 167 è legato uno dei ricordi più curiosi del Mazzone leccese. In seguito ad alcune prestazioni insufficienti, pare a causa di motivi extracalcistici, un bel giorno Mazzone, con il benestare di Jurlano e Cataldo, ordinò a Moriero di trasferirsi a tempo indeterminato nello stesso albergo in cui alloggiava il tecnico. E di colpo Moriero tornò a brillare sul rettangolo verde. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia