Lecce, che impresa. È il successo di una società-modello

Un capolavoro. Il Lecce conquista la permanenza in serie A con un turno d’anticipo e si assicura un’altra stagione nell’Olimpo del calcio italiano. Quasi un...

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Un capolavoro. Il Lecce conquista la permanenza in serie A con un turno d’anticipo e si assicura un’altra stagione nell’Olimpo del calcio italiano. Quasi un “intruso” in un torneo riservato esclusivamente a grandi potenze economiche, italiane e straniere. Quella conquistata ieri pomeriggio all’U-Power di Monza è stata forse una delle salvezze più belle della storia centenaria del club giallorosso. Tra le più belle perché arrivata in un finale da brividi che merita di essere raccontato. Prima il calcio di rigore concesso al Monza a sette minuti dalla fine sul risultato di 0-0 e sul quale il portiere Wladimiro Falcone si è superato, respingendo con la mano destra il tiro a colpo sicuro del vichingo brianzolo Gytkjaer. Poi, il calcio di rigore assegnato al Lecce all’undicesimo minuto di recupero e trasformato con una invidiabile freddezza da Lorenzo Colombo, classe 2002, attaccante di scuola Milan, una delle tante scommesse stagionali di Pantaleo Corvino. A proposito, il responsabile dell’area tecnica si è preso una bella rivincita nei confronti dei suoi detrattori considerato che la rete della salvezza porta proprio la firma di uno dei calciatori più criticati da una parte della tifoseria. E oltre alla salvezza, per nulla scontata, il lavoro di Corvino e del diesse Stefano Trinchera ha permesso alla Primavera giallorossa di tornare a fare la voce grossa a livello nazionale, come ai vecchi tempi in cui il Lecce portava a casa scudetti, coppe e supercoppe.

L'analisi

La permanenza in serie A è soprattutto la vittoria di una società-modello che, tra qualche mugugno di troppo, ha centrato l’obiettivo stagionale senza per questo doversi indebitare con le banche. «Puntiamo a restare in serie A salvaguardando il bilancio che deve rimanere sano e senza debiti», la frase più volte ripetuta da Saverio Sticchi Damiani e da tutti i soci del sodalizio di via Colonnello Costadura, da Corrado Liguori ai componenti della famiglia Carofalo, Silvia, Totò e Dario, e poi Alessandro Adamo, il gruppo Collardi composto dallo stesso Boris, Pascal Picci e Alvin Sariaatmadja, senza dimenticare l’imprenditore salentino Luciano Barbetta che bene tanto ha fatto in questa stagione pure con il suo Nardò arrivando a vincere i play off di D che ora consentono ai granata di ambire al ripescaggio in serie C.

Le frizioni degli ultimi tempi, dovute più che altro all’insofferenza di una parte della tifoseria giallorossa (quella più calda) nei confronti di Pantaleo Corvino, reo di non aver rinforzato adeguatamente il reparto d’attacco, hanno rischiato di turbare la serenità di una squadra che, probabilmente, ha avuto solo il torto di mettere una seria ipoteca sulla permanenza in serie A già nel mese di febbraio, conquistando una vittoria pesantissima sul campo dell’Atalanta, già battuta all’andata al Via del Mare. Dopo quel colpaccio la squadra di Marco Baroni, tra i principali artefici della salvezza, ha accusato qualche passaggio a vuoto (sei sconfitte consecutive) e di conseguenza il vantaggio in classifica sulle inseguitrici si è ridotto ai minimi termini. Alla fine però questi splendidi ragazzi che, vale la pena ricordare, costituiscono l’organico più giovane della serie A, hanno centrato la salvezza con 90’ d’anticipo. E così, nel prossimo turno col Bologna (oggi verrà comunicato giorno e orario dell’ultimo impegno stagionale) il popolo giallorosso potrà far festa con i propri beniamini in un Via del Mare che già si annuncia stracolmo e colorato di giallo e di rosso. E il sogno continua.

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Quotidiano Di Puglia