Il Lecce e il mal d'attacco: dopo la sosta bisognerà cambiare marcia

Federico Di Francesco, attaccante esterno del Lecce
Il solito Lecce degli ultimi tempi cade anche a Firenze, inanellando la quarta battuta d’arresto consecutiva. La compagine pugliese non ottiene un risultato utile dallo...

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Il solito Lecce degli ultimi tempi cade anche a Firenze, inanellando la quarta battuta d’arresto consecutiva. La compagine pugliese non ottiene un risultato utile dallo scorso 19 febbraio (vittoria in trasferta a Bergamo contro l’Atalanta). Eppure anche a Firenze, come già in altre circostanze, per ottanta metri di campo non è mancata la prestazione. A venir meno, ancora una volta, sono stati i comportamenti tecnici e tattici negli ultimi venti metri offensivi, dove i leccesi hanno sbagliato sia a livello di tecnica individuale che di scelte. Il 4-3-3 scelto da Marco Baroni,  col centrocampo titolare composto da Blin, Hjulmand e Gonzalez e con il tridente formato da Strefezza, Colombo e Di Francesco, era partito bene.

Nella fase iniziale di partita infatti si è visto un buon Lecce, aggressivo, con un baricentro alto (51.18m nella prima frazione), in palla, in grado di recuperare molti palloni alti (72 quellli totali recuperati) disturbando la costruzione della squadra di Vincenzo Italiano. Purtroppo per i salentini, questi palloni conquistati non venivano gestiti bene e le transizioni brevi che il Lecce si costruiva non portavano a granché in termini di pericolosità offensiva e di conclusioni.

Le due fasi

La fase di non possesso, bene organizzata, lasciava abbastanza tranquilli. I difensori tenevano bene la linea mentre i tre centrocampisti si incollavano ai rispetti avversari. Gli unici pericoli creati dalla Viola arrivavano quando gli uomini di Italiano riuscivano a superare la prima pressione salentina e a risalire in contropiede in campo aperto.
I giallorossi commettevano soltanto un errore nei propri sedici metri e lo pagavano a caro prezzo. Nella fattispecie, in una situazione di contropiede viola, era Gallo a sbagliare l’intervento difensivo, anticipando Nico Gonzalez su una palla che viaggiava da sinistra a destra ma finendo per indiririzzare la sfera alle spalle di Falcone.
Il Lecce provava a rispondere ma la sua reazione risultava sterile e, di fatto, si concretizzava nella conclusione di Di Francesco a inizio del secondo tempo. Nella ripresa il Lecce abbassava il proprio baricentro (47.42m) e, di fatto, lasciava alla Fiorentina la gestione del possesso (59%).
Nemmeno i cambi effettuati da Baroni (che via via inseriva Maleh, Oudin, Helgason e Cassandro al posto di Blin, Strefezza, Gonzalez e Gendrey) rivitalizzavano la squadra giallorossa.
Alla fine, probabilmente, un pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Ma questo non avrebbe cambiato la disamina della gara ed il ragionamento su una fase offensiva che ha prodotto troppo poco, con un totale di appena 0.45 in termini di expected goals (xG).

Che il Lecce sia mancato negli ultimi metri di campo offensivo è confermato da un dato ulteriore: la squadra giallorossa ha infatti registrato soltanto il 9% del proprio 41% totale di possesso nella metà campo della Fiorentina. La percentuale di riuscita dei passaggi è stata del 70%. Un dato molto basso che certifica i tanti errori tecnici compiuti. La fase difensiva c’è stata ma, come detto, è mancata quella offensiva. Colombo si è battuto bene senza essere assistito dai compagni. Di Francesco è stato poco coinvolto (29 palloni giocati) mentre Strefezza è risultato evanescente (67% di precisione nei passaggi). E, si sa, per creare occasioni questa squadra ha bisogno dell’italo-brasiliano in condizione, così come di un miglior apporto da parte dei terzini alla manovra d’attacco. 
La squadra di Baroni deve migliorare sia a livello qualitativo (passaggi e tiri) sia come proposta di gioco, per creare pericoli alla porta avversaria. Ora arriva l’Empoli ed il tecnico leccese dovrà fare i conti anche con l’assenza di due pedine del calibro di Umtiti e Maleh, entrambi indisponibili per squalifica.


La sosta per le partite della nazionale viene a proposito. Il campionato non finirà contro i toscani ma quella sarà una sfida da non sbagliare. Il Lecce non può continuare ad affidarsi ai passi falsi delle squadre che la seguono in fondo alla classifica.  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia