Tiribocchi esalta Falco: "A Bologna è stato strepitoso. La salvezza? Vale la pena provarci"

Filippo Falco
LECCE Bologna-Lecce, ancora una volta, al Dall’Ara, per Simone Tiribocchi. La prima volta da bomber, con la maglia giallorossa, il gol della grande illusione, subito, in...

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LECCE Bologna-Lecce, ancora una volta, al Dall’Ara, per Simone Tiribocchi. La prima volta da bomber, con la maglia giallorossa, il gol della grande illusione, subito, in quella gara del 17 maggio del 2009. Da commentatore di Dazn, nella prima partita di questa stagione della pandemia giocata sotto il sole, l’ultima domenica di luglio. Il “Tir” ha vissuto un pomeriggio di emozioni intense, il passato, il presente, i rimpianti di allora che bruciano ancora, la sconfitta del Lecce rocambolesca, amara, che rinchiude il sogno della salvezza nel recinto angusto di un miracolo difficile. Allora come adesso, le recriminazioni. «Era anche quella la giornata numero 36. Il Bologna era nostro diretto concorrente per la salvezza. Mihajlovic era stato esonerato, sulla panchina emiliana c’era Papadopulo che mi aveva portato a Lecce dove la serie A l’avevamo conquistata l’anno prima. Io accesi la speranza, poi segnò Di Vaio in fuorigioco, e in zona recupero segnò Volpi. Quella partita non la dimenticherò mai, fummo beffati dall’errore arbitrale. La retrocessione aritmetica arrivò la settimana dopo, in casa, con la Fiorentina».

Anche questa volta Liverani e il presidente Sticchi Damiani hanno alzato la voce, per il possibile rigore che avrebbe potuto portare il Lecce in vantaggio e cambiare la storia della stagione. «Io questa partita l’ho vissuta ovviamente da professionista con un occhio e uno stato d’animo diversi. Abbiamo guardato più volte, alla fine, con Liverani il momento dell’azione incriminata. Non c’è dubbio che ci sia stato il braccio di Denswil ma la palla verosimilmente non sarebbe arrivata a Mancosu». Sticchi Damiani elenca le tante penalizzazioni subite dal Lecce proprio per via dei diversi rapporti degli arbitri con il Var. Visto che c’era in ballo la vita di una società con la possibile salvezza, sarebbe stato almeno opportuno chiamare in causa la tecnologia. «Ci si è lamentati anche a Roma, da parte della Fiorentina, per il mancato ricorso al Var. Purtroppo abbiamo vissuto una stagione piena di dubbi per via di regole scritte e riscritte, magari non sempre chiare, e della gestione sbagliata che ne è conseguita».
Tiribocchi assolve in un certo senso la falsa partenza del Lecce, già sotto di due gol in un baleno. «Credo che abbia avuto un bel peso sui ragazzi l’importanza della gara, lo spietato “dentro o fuori”, e la conoscenza del risultato del Genoa ha accentuato ancora di più la responsabilità. Mi è piaciuta la grande reazione della ripresa che ha portato la squadra più volte vicino alla vittoria, grazie anche ad un Falco semplicemente strepitoso. La traversa, il gol salvato sulla linea dal difensore, hanno avuto il sapore della beffa. Il Lecce a quel punto avrebbe anche meritato di vincere la partita. Quel gioco, che peraltro si è visto spesso nel corso della stagione, quella personalità per una neo promossa è tanta roba. Certo, pesa il record negativo dei gol subiti. La stagione dei giallorossi è stata condizionata dalla lunga serie di infortuni. A gennaio, Meluso aveva risistemato per bene la squadra. Ma la disponibilità dei titolari e di gente dalla quale ci si attendeva grandi cose, come Babacar, Farias, è stata davvero saltuaria».

Domani a Udine, domenica al Via del Mare con il Parma. Saranno gli ultimi atti della serie A? Con quale stato d’animo li affronteranno i giocatori? «Liverani fa bene a tenere in piedi il lume della speranza. Il Lecce adesso deve essere capace di tapparsi le orecchie, di dare due grandi prove di carattere e di orgoglio. È giusto provarci fino in fondo e chissà...». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia