La sera scoperchia la storia. Una miscela di ricordi, sull’onda lunga del “come eravamo”, del “c’era una volta”. Col presente che si popola di...
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Mimmo Renna, che ti accoglie con lo sguardo di sempre nella hall del Teatro Antoniano, a 80 anni ha lo sguardo di sempre, sereno e profondo, come quando scrutava gli orizzonti lontani alla scuola di Attilio Adamo, considerato da sempre, unanimemente, il padre putativo dei ragazzi leccesi che avrebbero portato in giro per il mondo il messaggio della città barocca: da Mimino Renna, ad Aldo Sensibile, a Mario Russo, a Franco Causio campione del mondo, a Sergio Brio un primato rarissimo a livello mondiale, ha vinto tutto quello che c’era da vincere, una collezione completa di grandi successi.
Brio è sul palco, come testimonial della grande festa. Mimmo Renna, come racconta Elio Donno nella prefazione e ospite sul palco, sul campetto alle “scise”, un campetto sterrato della futura piazza Mazzini, da Attilio Adamo che lo faceva poi giocare nelle giovanili a soli 14 anni con i sedicenni sotto il nome di Pino Lotteria. La lezione di Adamo è nell’animo di tutti. Brio racconta che gli dedica un capitolo nel libro nel quale si racconta e che sta per uscire. “Un duro, ma un padre, passione, orgoglio, caparbietà. Un fuoriclasse”.
I segreti di Adamo, che è stato anche per tutti maestro di vita, segneranno anche la carriera di Renna, giocatore e allenatore vincente. Campobasso, Lecce, e poi l’approdo in A con il Bologna. Quello dello scudetto 1963-64, con il maestro Fulvio Bernardini. “Sai, adesso son rimasto solo”, ci disse poco tempo fa, dopo la morte di Ezio Pascutti. “Se ne sono già andati i miei amici di reparto, Bulgarelli, Nielsen, Haller”. Fu il primo salentino a cucirsi lo scudetto tricolore sul petto. E poi ancora Lazio, Varese, Brindisi. Ci sono lui, da capitano, Aldo Sensibile quando con Luis Vinicio il Brindisi torna in B. Attilio Adamo ed i suoi allievi si ritrovano tutti al ristorante Marechiaro, a Gallipoli, per festeggiare le vittorie di tutti. Causio ha vinto lo scudetto con la Juventus, Russo il campionato di B con la Ternana, Renna e Sensibile il campionato di C con il Brindisi.
Da allenatore, Renna dopo l’approccio di Nardò, salva il Brindisi nel 1974-75, fu l’ultimo anno di B per i brindisini. C’è Tonino La Palma, sul palco, a ricordare quegli anni. E poi il miracolo Lecce, presidente Rollo. Renna che arriva al posto di Chiricallo, con Renna c’è Sensibile come secondo. È il Lecce di Montenegro e Loddi, del quale fa bella mostra la maglia sul palco, di Lorusso e Loseto, di Giannattasio, Loprieno e Mayer, di Nastasio, Fatta, Loddi. Il Lecce del tris, ritorno in B con una giornata di anticipo, Coppa Italia, Coppa anglo italiana. Grande conferma in B e poi gli straordinari record nell’Ascoli di Costantino Rozzi, sempre con Aldo Sensibile allenatore e ancora dopo Palermo. C’era Totò Lopez ieri sera, a ricordare quelle stagioni. C’erano anche Pasquale Loseto e Marco Povero.
Renna padre di famiglia (c’erano la moglie Ines, i figli Luca, Stefania, Mimmo), Renna messaggero della città del Barocco. Per il suo stile di uomo. Un riconoscimento espresso ieri sera dal sindaco Paolo Perrone, da Adriana Poli Bortone che gli aveva affidato la guida dello scuola calcio del Comune, Erio Congedo. Buon compleanno, mister. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia