Potì: “Salvezza è un regalo per Novoli"

Potì: “Salvezza è un regalo per Novoli"
Forse una delle annate più dure, sicuramente quella più ricca di sofferenza. Ma tutto è bene ciò che finisce bene: il Novoli ha agguantato all’ultimo respiro la...

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Forse una delle annate più dure, sicuramente quella più ricca di sofferenza. Ma tutto è bene ciò che finisce bene: il Novoli ha agguantato all’ultimo respiro la salvezza in Eccellenza. Per la gioia rossoblù, primo fra tutti capitan Luca Potì: “Alla fine è andata come volevamo e come ci meritavamo. Il calcio è anche e soprattutto emozioni, condividere questa vittoria con tutta la nostra gente è stato un momento in cui era impossibile trattanere le sensazioni. Per me, personalmente, c’era da riscattare quel maledetto playout con iDelfini, per tutti la voglia di salvare questo progetto sportivo creato mattone dopo mattone, che ci sta facendo vivere momenti sportivi veramente d’eccellenza. Siamo stati bravi a controllare la rabbia e la delusione dei tanti ostacoli incontrati durante la stagione, abbiamo fatto quadrato intorno al gruppo, abbiamo lavorato sodo e con professionalità, insieme allo staff e alla società, per conquistare questo obiettivo in cui, oramai, in pochi ci credevano. È stato davvero bello regalarlo ai novolesi, quelli presenti, quelli che erano lontani dal calcio e sono avvicinati per questa finale, a chi è fuori regione con il fisico ma con il cuore era con noi sugli spalti, ai cuori rossoblù che ci hanno lasciato ma che non dimenticheremo mai”.

“Voglio fare una dedica speciale – aggiunge Potì – alla mia futura moglie, alla mia famiglia che mi ha sempre accompagnato nel calcio vivendo le mie stesse emozioni, agli amici sempre presenti in tribuna, ai nostri tifosi che non ci hanno lasciati mai soli, ovunque si giocava. Ai miei compagni, anche a chi ha fatto parte di questa esperienza per parte del campionato dando comunque il suo conttributo, al mister con il suostaff, alla società con tutti i suoi collaboratori va il grazie più grande perchè questa impresa è frutto di un lavoro di squadra, di gruppo vero, di una famiglia che attorno a un tavolo discute con serietà di obiettivi, risultati e, quando ce n’è stato bisogno, anche di problemi. Vivremo un altro anno nel massimo campionato pugliese e questo può, anzi deve, essere un orgoglio per il nostro paese. Io, a 35 anni, mi sento di essere ancora utile a questa causa. Non conta la carta d’identità, conta cosa si porta in campo, per cui se la società dovesse ancora credere in me sono già da ora pronto per scrivere nuove pagine di questa favola insieme”.

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Quotidiano Di Puglia