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Atti d'amore. Lecce-Juventus, che arriva domenica sera al Via del Mare (ore 20.45, gara valida per la 21ª giornata del campionato di A), accende un moto dell'animo che viene da lontano. «Papà Oronzo era uno della Curva. Non mancava mai, grandissimo tifoso. Dopo una carriera lontano dal Salento, che mi aveva dato tutto, chiesi di tornare a giocare nel mio Lecce ad ogni costo: era una promessa che avevo fatto a papà, ringrazio ancora Jurlano e Cataldo per avermi dato l'opportunità di rivestire la maglia del Lecce con uno come Eugenio Fascetti in panchina». Da Udine parla con il cuore in mano, Franco Causio. E Sergio Brio parla da Pistoia, sul filo di un'emozione senza fine: «Grandissima la mia riconoscenza al Lecce ed a Lecce, alla mia terra che mi ha aperto le porte per una lunga, indimenticabile stagione della vita. Sono partito all'alba, domenica scorsa, per arrivare in tempo a Roma a vederlo giocare contro la Lazio, a fare il tifo. Sarò al Via del Mare, domenica sera. Porterò con me Giuseppe Tinelli, il professore fiscalista leccese che vive a Roma». Una sorta di derby notturno, per Causio e Brio, questo Lecce-Juventus con gli obiettivi inevitabilmente diversi: la salvezza per i giallorossi salentini di D'Aversa, lo scudetto per i bianconeri di Allegri, caricati a mille dai tre gol segnati al Sassuolo, con doppietta di Vlahovic il super bomber portato in Italia, alla Fiorentina, da Corvino, che ha regalato alla società toscana una supervalenza incredibile. «Vedrò la partita del cuore in televisione», dice Causio. «Lo vedo sempre il mio Lecce. Avrebbe meritato di vincere contro la Lazio. Una bella prestazione, alla quale però è mancato in maniera ripetuta e quasi incredibile il gol che avrebbe cambiato il risultato della gara. Merita una classifica all'altezza del suo gioco. La squadra ha personalità. Deve trovare più facilmente la via della rete. D'Aversa troverà la soluzione migliore, magari con il contributo di Pantaleo Corvino che, se serve qualcuno, sa trovare puntualmente i ragazzi giusti, come sta già facendo».
I giovani
E a proposito di giovani, Causio ha un applauso per l'ultima Juventus, "gioventù" di nome e di fatto. «La Juventus piace perché è una società lungimirante, che sa guardare avanti.
Quotidiano Di Puglia