Lucioni e il prestito al Frosinone. «Lecce, è solo un arrivederci»

Lucioni e il prestito al Frosinone. «Lecce, è solo un arrivederci»
Non è un “addio”, ma un “arrivederci”. Lo “zio”, come si firma Fabio Lucioni nel suo saluto pubblicato ieri sul profilo Instagram della...

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Non è un “addio”, ma un “arrivederci”. Lo “zio”, come si firma Fabio Lucioni nel suo saluto pubblicato ieri sul profilo Instagram della moglie, lo ribadisce tutto in maiuscolo con tanto di esclamativo: arrivederci! Lo aveva già detto sabato il presidente Saverio Sticchi Damiani, nel pensiero che non sapeva di commiato finale rivolto al grande capitano, nel quale ripercorreva l’incrocio dei rispettivi destini sottolineando che quella di capitano per il leader delle ultime quattro stagioni giallorosse, «è una fascia che non potrà mai toglierti nessuno perché è cucita sulla pelle dei grandi capitani che hanno fatto la storia del Lecce», concludendo con un «ci vediamo presto», che sembra già carico di significati, e che quasi certamente è il senso stesso di questo insolito prestito annuale, che sembra derivare dalla decisione, nel corso della stagione, di allungare il contratto sino al 2024, quando lo “zio” avrà compiuto 36 anni.

Il post del capitano

occa il cuore, Lucioni, quando scrive su Instagram «l’immagine del gol al Pisa è la tappa finale del mio lungo viaggio a Lecce, partendo proprio da qui ringrazio i miei tifosi, il Lecce, la società e tutti i miei compagni di avventura. Ringrazio il presidente Sticchi Damiani che mi ha portato in questa splendida città, gli allenatori e tutti gli addetti ai lavori che mi hanno supportato e sopportato in questi anni. Essere capitano del Lecce è stato un sogno che ho realizzato e la scelta di confrontarmi con un’altra rispettabile piazza calcistica è stata offerta come capita in queste situazioni ma decisa di comune accordo. A voi tutti il mio grande grazie. Ogni volta che mi volterò indietro saprò che ci siete. Arrivederci! Lo zio». E chissà che in un prossimo futuro non ci possa essere posto nel Lecce in un ruolo che deriva da quel suo modo di essere uomo, prima che calciatore. Magari un ruolo direttivo a diversi livelli. 

Futuro da dirigente?

A Corvino spetta il compito difficile di trovare un calciatore dello stesso grande carisma di Lucioni, prezioso per Baroni con quel suo essere un po’ una sorta di secondo allenatore in campo ed un autentico trascinatore. Con la maglia del Lecce i numeri sono da ricordare: 137 presenze, 6 gol e 2 promozioni in A. Ci piace rivederlo correre, palla al piede, in quella gara con il Monza, dal limite della propria area a quella avversaria, con una determinazione che sapeva di carica esplosiva, all’insegna del “ragazzi, seguitemi, dobbiamo farcela”. E dopo la spettacolare corsa la palla a Di Mariano che mandò in gol Coda. Saverio Sticchi Damiani, che gli ha cambiato la vita nel momento più difficile, gli ha sempre manifestato la stima più profonda. Un motivo per credere che Lucioni sarà molto probabilmente ancora a lungo il “capitano” del Lecce.

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Quotidiano Di Puglia