Lecce, Sticchi Damiani: «Non urliamo, ma ci facciamo sentire. Un intero territorio è stato mortificato dalle decisioni dell'arbitro»

Lecce, Sticchi Damiani: «Non urliamo, ma ci facciamo sentire. Un intero territorio è stato mortificato dalle decisioni dell'arbitro»
«Sento la necessità, per il grande rispetto che nutro nei confronti dei tifosi che in queste ore mi stanno chiedendo perché non abbia alzato i toni rispetto a...

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«Sento la necessità, per il grande rispetto che nutro nei confronti dei tifosi che in queste ore mi stanno chiedendo perché non abbia alzato i toni rispetto a quello che è accaduto ieri, di dare una spiegazione sulla linea adottata da me e dalla società». Saverio Sticchi Damiani scrive una lunga lettera ai tifosi sui social. Lo fa tramite Facebook e Instagram, per spiegare come mai - al contrario di quello che chiedevano in tanti - il Lecce non abbia alzato la voce dopo i torti arbitrali subiti contro la Roma


Sticchi ripercorre la storia della sua gestione: «Sono presidente del Lecce dal 2017, in questi 5 anni abbiamo vinto 3 campionati, di cui due di serie B, uno addirittura da neopromossi dalla serie C. Gli arbitri della serie cadetta, sono gli stessi della serie A e con molti di loro, in questi anni, abbiamo instaurato un rapporto di massimo rispetto e totale collaborazione. Ci siamo sempre confrontati, talvolta in modo acceso, con i vertici arbitrali, ma lo abbiamo fatto utilizzando i canali istituzionali e le forme consentite dal regolamento. Più di una volta le regole e le "prassi" sono cambiate grazie a criticità sollevate da noi. Continueremo ad agire in tale maniera, non per signorilità o per mancanza di esperienza, ma perché è l'unico modo che abbiamo nel rispetto delle regole».

L'attacco: «Un intero territorio mortificato»

«Ieri, un intero territorio - continua Sticchi Damiani - è stato mortificato da un ennesimo abbaglio arbitrale. Facciamo enormi sacrifici per portare avanti il nostro progetto. La società, con idee, ingenti risorse economiche e tempo dedicato. I tifosi, con viaggi estenuanti, talvolta pericolosi, rinunce e spese gravose.
Ho il dovere di dire che la società è presente, che non trascura nulla, anche se non si esprime attraverso sfoghi mediatici urlati, volgari e controproducenti. Un modo di comunicare che e' utile solo a scatenare reazioni opposte, oltre che a concedere pericolosi alibi alla squadra che anche ieri ha dato tutto.
In sette anni, insieme, abbiamo raggiunto traguardi che sarebbero stati inarrivabili se non fossimo stati combattivi, tenaci, visionari ed anche apprezzati.
Continueremo a vigilare ogni giorno su ogni dettaglio che riguarda la nostra società.


La serie A appartiene a tutti noi, ce la siamo guadagnata sul campo, è il palcoscenico giusto per una delle tifoserie più importanti d'Italia e rende ancora più bella la nostra terra. Faremo di tutto, fino alla fine, prima di farcela sottrarre, da chiunque».

 

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Quotidiano Di Puglia