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Due mastini davanti alla difesa e tanta voglia di attaccare. Il Lecce di mister Gotti raccontato dal terzino giallorosso Valentin Gendrey. «Abbiamo avuto veramente poco tempo con lui - ha riferito, il 23enne francese, ieri mattina in conferenza stampa al “Via del Mare”, circa il nuovo allenatore -, ma mi piacciono le sue idee di gioco, i movimenti che lui vuole che facciamo sul campo. Io sento e vedo una squadra che spinge ancora e che va forte, e questa cosa piace molto». Ora però sulla fascia si registra un giocatore in meno rispetto al gioco di D’Aversa, dunque il terzino è probabilmente chiamato a svolgere un maggior lavoro. «Abbiamo ancora l’esterno davanti a noi - ha spiegato, Gendrey-, per me non cambia tanto, il mister ha scelto questo sistema con i giocatori che ha a disposizione, con due play, Blin e Ramadani, che fanno molto bene questo ruolo». Dal modulo tattico 4-3-3 al 4-2-3-1, per i cultori delle semplificazioni. Il fluidificante transalpino ha poi meglio spiegato cos’è cambiato: «In questo sistema di gioco per me non è cambiato tantissimo, perché c’è il play che gioca un po’ di più a destra per fare non il ruolo della mezz’ala, ma abbiamo questa relazione con lui». I terzini dunque dialogheranno maggiormente con i mediani. E grazie ai due filtri davanti al pacchetto arretrato la squadra sarà più coperta. Gendrey ha svelato la premura di Luca Gotti: «Nei tre giorni che abbiamo avuto prima della partita contro la Salernitana il mister ha messo un punto sulla misura tra i difensori e l’attaccante. Quando è arrivato ha parlato subito di questa cosa». Certo, al di là degli accorgimenti tattici, il Lecce può contare su SuperFalcone: «Siamo fortunati. Sono contento anche per lui, perché fare un clean sheet per un portiere è una cosa importante. Contro la Salernitana siamo stati fortunati ad avere un portiere così, che porta tre punti da solo». Protezione della difesa che però non cancella l’irresistibile voglia di attaccare. Desiderio, questo, che oggi Gendrey vive diversamente: «Rispetto a prima mi sento un po’ più libero, ho avuto questa fiducia per andare di più davanti. Per esempio ho fatto questo primo gol (incornata vincente contro il Cagliari, a gennaio, ndr), ho fatto qualche assist in più dell’anno scorso, sulla fase offensiva mi sento molto meglio che l’anno scorso. Io continuo a lavorare come sempre, perché lo so che cosa è per il territorio indossare questa maglia e per me spingere ancora in ogni partita, questo è più importante».
Ecco dunque l’evoluzione del francese. Con Baroni, sotto la cui guida ha vinto il campionato cadetto e conquistato la permanenza in serie A: «Mi ha fatto crescere tantissimo, quando sono arrivato dalla serie B francese, mi ha dato fiducia dall’inizio, perché fare giocare un giocatore come me, che non conosce il campionato e neanche la lingua». Con D’Aversa, allenatore del Lecce fino a qualche settimana fa: «anche lui mi ha dato fiducia, ma mi ha fatto anche crescere sulla fase offensiva». Prossimamente la sfida con la Roma, squadra che è risorta, sotto la guida di De Rossi: a Gendrey incute più ansia una compagine blasonata o uno scontro diretto per la salvezza, quale quello di Salerno? «In uno scontro diretto i punti valgono doppio, però penso che in casa possiamo fare un risultato contro tutti: dobbiamo giocare senza paura.
Quotidiano Di Puglia