Italia, quante analogie con il Mondiale 2006. Conte: «L'obiettivo è arrivare agli ottavi»

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Dal nostro inviato TOLOSA Le analogia dell'Italia di oggi con quella del 2006 sono incredibili, le ha messe in evidenza...

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Dal nostro inviato

TOLOSA Le analogia dell'Italia di oggi con quella del 2006 sono incredibili, le ha messe in evidenza anche Buffon, lui capitano di dieci anni fa e capitano di oggi: gli azzurri nel 2006 sono partiti per la Germania con un gruppo bersagliato dalle critiche, nessuno credeva nella squadra di Lippi, tutti/molti non si sentivano rappresentati da un allenatore che aveva lavorato nella Juventus, oggetto dello scandalo Calciopoli, scoppiato proprio in quel periodo. Questa Nazionale ha ugualmente un ex tecnico bianconero come guida, non sarà accompagnata dal rancore del 2006, ma da un enorme scetticismo generale, figlio della situazione non esaltante del calcio italiano, poco incline a sfornare talenti.

IL CARATTERE
Questa Italia, come quella del 2006, ha tanti combattenti in squadra, da Cannavaro e Materazzi a Bonucci e Chiellini, da Gattuso a Giaccherini. Certo, quella aveva Totti e Pirlo, questa no e deve "accontentarsi" di Candreva, Thiago Motta e De Rossi (con Buffon e Barzagli presenti anche in Germania) e poco altro. La magia del gruppo era il motore  acceso dieci anni fa ed è il vero traino di questa Italia partita col botto: 2-0 contro il Belgio lunedì scorso, 2-0 contro il Ghana per la nazionale di Lippi nella gara d'esordio.

NOI CONTRO TUTTI, TUTTI CONTRO IBRAHIMOVIC
Si respira nel gruppo di Conte quell'aria da noi contro tutti che ha sempre portato bene all'Italia, questo è successo perfino al Mondiale del 1982. Oggi c'è da sfatare quella specie di tabù della seconda partita del girone, che l'Italia soffre da sempre. «Siamo qui per risolvere questo problema», la promessa di Buffon che ha ancora negli occhi la sfida contro il Costa Rica di due anni fa, proprio dopo il successo esaltante contro l'Inghilterra. tornare a caso dopo l'esaltazione sarebbe un disastro. «Non c'è euforia nel gruppo, siamo ben piantati con i piedi per terra. Vogliamo arrivare primi, senza fare calcoli. Questa Italia ha il fuoco dentro», le parole di Conte. Che, insieme con Buffon, temono Ibrahimovic. Specie Gigi, che ricorda ancora quel gol subito nell'Europeo del 2004. «Non ho un buon ricordo di quella partita: Zlatan è un campione, per noi sarà un bel problema». Quella rete, in pratica, eliminò l'Italia, perché la successiva vittoria contro la Bulgaria è stata resta vana dal "biscotto" tra Svezia e Danimarca. «Ibra più invecchia e più diventa bravo. Ma noi dobbiamo attaccare tutta la squadra, non possiamo pensare solo a lui. Dovremo essere bravi a evidenziare i loro difetti», chiosa il ct.     

 
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Quotidiano Di Puglia