LECCE Il Salento lo riporta indietro nel tempo, sulla strada dei successi percorsa con uno dei suoi più cari compagni di viaggio. E al telefono dalla sua Milano che fa...
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Il Lecce riparte contro il suo Milan, del quale fu anche capitano. «Andai via prima che arrivasse Berlusconi. Non ho rimpianti. Vincemmo lo scudetto della stella, la Coppa Italia, la Mitropa, vivemmo l’andata e ritorno dalla serie B. Nel mio Milan si erano avvicendati ben sette presidenti. Vive tempi inquieti, dal punto di vista societario, anche il Milan di oggi in mano a gruppi esteri. L’incertezza non aiuta, non vedo un progetto solido, chiaro, ne risente la posizione dell’allenatore, la stessa squadra. Comunque il Milan che ha giocato contro la Juventus, al di là dell’aspetto tecnico, sul piano fisico l’ho visto bene, la squadra peraltro soffriva per tre assenze importanti. Per il Lecce sarà la prima dopo tre mesi di inattività, senza neppure il respiro di un’amichevole, e tutto potrebbe farsi più complicato». E quattro giorni dopo il Lecce sarà a Torino contro la Juventus. «La Juventus è stata battuta da un Gattuso che sta raccogliendo quello che merita. Quella dell’Olimpico è stata una brutta Juve, ma il Lecce deve fare punti contro il Milan, anche se non conterà sul suo fantastico pubblico. Ma quella con i rossoneri è una gara da giocare tutta sulla via della salvezza».
E nella corsa verso la salvezza, Collovati pensa ad un possibile, esaltante sprint fra due allenatori dei quali ha grande stima, Liverani e Nicola. «Gli allenatori hanno un ruolo chiave. Da ragazzino mi scoprì Trapattoni, al Milan ebbi la fortuna di incontrare Liedholm che mi volle poi anche alla Roma, non solo un maestro, ma un padre, come Bagnoli nel Genoa, dove mi aveva portato il bravissimo Scoglio per gli ultimi quattro anni della mia carriera. Nicola giocava allora nella Primavera della squadra ligure. Lo ammiro come grande motivatore, è uno che ha sofferto nella vita e che sa trasmettere qualcosa di importante ai suoi. Ha compiuto una prodezza a Crotone con uno strepitoso girone di ritorno, quando tutto sembrava compromesso, con una salvezza all’ultimo atto. Ha ritonificato il Genoa che ha riagganciato il Lecce prima della pausa. Nicola giocava da difensore e trasmette la sua mentalità di uomo di battaglia. Fabio Liverani inventava, costruiva gioco con intelligenza e piedi eccezionali. Fa giocare il Lecce in modo propositivo, è un tattico, una figura assai diversa. Dopo due promozioni dalla C alla serie A, allena da giovane nella massima serie mettendosi in evidenza per la bellezza e intraprendenza della sua squadra. Lecce e Genoa potrebbe essere il duello più serrato delle dodici giornate. O forse no. Perché se è vero che Brescia e Spal dovranno compiere miracoli per tornare in gioco, a me pare che dal Torino, dove Cairo appare molto preoccupato, magari anche dell’Udinese, la corsa potrebbe farsi affollata, specie se Genoa e Lecce accelerano. Ed il Lecce ovviamente ha urgenza di punti, subito, contro il Milan». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia