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Bari da profondo (bianco)rosso. Questa volta non è neppure più questione di aritmetica, di calcoli o di operazioni analoghe: la sconfitta di Como - forse immeritata per via della reazione avuta nel finale - spalanca scenari impensabili fino a qualche settimana fa. Il Bari è lì, diciassettesimo in classifica perché lo Spezia - che di punti ne ha 35 come la squadra di Iachini - ha dalla sua gli scontri diretti. Già, Iachini, che in conferenza stampa continua ad appellarsi agli episodi avversi e indica nel poco cinismo la causa di buona parte dei mali, ma i numeri sono spietati: due punti nelle ultime otto partite, otto nelle dieci della sua gestione. Mignani e Marino - che non avevano fatto scintille - sono stati messi alla porta per molto meno e, soprattutto, con il Bari nel limbo della metà classifica, anche a ridosso dei playoff se si vuole fare una lettura un po' più ottimistica. Gabrielloni e Da Cunha, perfettamente imbeccati da Cutrone, mandano all'inferno il Bari che prova a risalire con Puscas, ma il rumeno si sveglia dal torpore troppo tardi: segna nel finale, ma ha sulla coscienza un'occasione clamorosa fallita col punteggio fermo sullo 0-0.
A cinque partite dal termine, lo scenario è drammatico: per salvare la categoria servirà un cambio di passo, una ruota che deve girare diversamente, ma che al momento riserva ai biancorossi solo risultati negativi.
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