Quando un classico del teatro antico viene rappresentato in quegli stessi edifici che a questo scopo furono edificati, sopravvissuti all’usura del tempo e giunti fino a noi,...
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Anche Lecce, da tre anni a questa parte, può essere annoverata fra le città che ospita, nel proprio Teatro Romano, una rassegna di rappresentazioni antiche legate al mito e riproposte in una veste più contemporanea, che si chiama “Mitika”, nata dalla felice intuizione della sua direttrice artistica Carla Guido. Cinque spettacoli in programma dal prossimo 17 agosto fino al 4 settembre, che, quest’anno si arricchiscono di un corollario dedicato all’approfondimento culturale sul Mito e la sua contemporaneità. Sono previsti, infatti, due convegni – il primo già questo pomeriggio all’ex Convitto Palmieri – realizzati con il sostegno della Regione Puglia.
Organizzata da Aletheia Teatro in collaborazione con il Comune di Lecce, “Mitika” è stata presentata ieri mattina all’Open Space di Palazzo Carafa dalla Guido con l’assessore al Turismo e agli Spettacoli Paolo Foresio, il direttore del Polo Bibliomuseale della Provincia di Lecce, Gigi De Luca, che ospiterà i convegni, e due dei relatori, i professori Antonio Lucio Giannone e Annarita Miglietta. «Con “Mitika” – ha detto Foresio – Lecce può davvero diventare la città dei teatri. Questa rassegna ci può avvicinare a quanto fanno altri centri del Sud Italia, come Taormina, Agrigento, Siracusa. con ottimi riscontri a livello turistico».
Il cartellone di quest’anno è dedicato a Gino Pisanò, «perché – spiega la Guido – con lui nacque l’idea». Si comincia giovedì prossimo con “Anfitrione” di Plauto, la sua unica tragicommedia a soggetto mitologico, con protagonista Ettore Bassi, nella quale Giove e Mercurio si divertono a scombinare le vite del valoroso comandante Anfitrione, della sua bella e onestissima moglie Alcmena e del malcapitato servo Sosia. Il secondo appuntamento, il 22 agosto, vede protagonista l’attore, regista e autore leccese Premio Ubu Mario Perrotta che porta nella sua città uno dei suoi spettacoli più belli, “Odissea”, riscritto per far raccontare la vicenda al figlio di Ulisse, Telemaco, in un monologo che fonde i versi di Omero e il dialetto salentino e risulta, allo stesso tempo, divertente e straziante. Si prosegue, il 29 agosto, con “La leggenda del pescatore che non sapeva nuotare” per la regia di Alessandra Fallucchi. Quattro cantastorie provenienti da zone diverse del Sud Italia fanno proprie le leggende legate al mare tramandate dagli anziani dando forma ad uno spettacolo che fa ridere e commuovere. Il 4 settembre, invece, Renato Campese riesce, grazie alla regia di Giuseppe Argirò e insieme al cast che lo accompagna, a comprimere la trilogia dell’“Orestea” di Eschilo in 75 minuti, in cui il conflitto universale tra matriarcato e patriarcato si materializza nelle figure di Clitennestra e Agamennone. Si chiude, il 6 settembre, con “Il pomo della discordia” messo in scena dalla Compagnia dei bambini di Scenastudio. «Mi sono chiesta – spiega la Guido – come si può spiegare il Mito ai bambini e mi sono detta che il teatro stesso è formazione, quindi, per farlo bisognava coinvolgerli nella rappresentazione». Gli alunni della III A del IV Circolo Sigismondo Castromediano di Lecce diretti da Cosimo Guarini mostreranno quella sera agli adulti cos’è il Mito visto attraverso i loro occhi. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia