Con La leggenda di Cristalda e Pizzomunno Max Gazzè a Sanremo 2018 ci porta poeticamente in Puglia nel Gargano, a Vieste, alla scoperta di una chicca nascosta di immensa...
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Com’è nata la decisione di partecipare al Festival?
«La decisione di partecipare al Festival nasce dall’esigenza di presentare il mio nuovo album “Alchemaya” talmente particolare che c’era bisogno di un evento diverso per poterlo raccontare bene. Per cui ho pensato di andare a Sanremo con un brano per presentare l’intero album in un luogo dove la musica ha un’importanza fondamentale».
Come mai questa leggenda?
«È una storia che mi hanno raccontato. È stato Francesco De Benedittis che ha raccontato questa storia a mio fratello, lui poi ha scritto il testo e me lo ha portato. È stato molto bello lavorare ancora una volta insieme, io, mio fratello e De Benedittis, così come ho fatto con i pezzi precedenti, come “La Vita Com’è”, “Sotto Casa” e “Ti sembra normale”. Sono tutte canzoni che abbiamo scritto insieme, per cui è nato questo team, questo lavoro di squadra, e anche in questo caso ci siamo ritrovati per scrivere una canzone che, secondo me, racconta molto bene questa storia, in maniera poetica. La responsabilità emotiva di questo brano sta sia nel testo che nell’arrangiamento. Queste parole vengono accompagnate e dipinte attraverso l’orchestrazione sinfonica. Sono fiero di raccontare a tutta Italia una storia così bella che appartiene alla tradizione culturale e popolare del Gargano».
Le è stata conferita la cittadinanza onoraria da Vieste. Evidentemente a loro ha fatto molto piacere...
«Sì, e sono molto contento: è una delocalizzazione di una storia che potrebbe tranquillamente diventare la sceneggiatura di un film. È bello portare una storia che appartiene a una parte della Puglia che è meno conosciuta e dare vigore anche all’area foggiana, oltre che al Salento. Oggi ho incontrato il presidente della Provincia di Foggia Francesco Miglio che mi ha omaggiato con una targa raffigurante il santo patrono San Michele Arcangelo e l’altra la riproduzione di una Stele Dauna, simboli della Capitanata. Ma la cosa che mi ha colpito è che mi hanno raccontato che Lucio Dalla era solito andare su quella spiaggia e che gli sarebbe piaciuto scrivere una canzone su quel luogo e quella leggenda, mi emoziona. Per il ritiro ci organizzeremo».
A chi dedicherebbe l’eventuale vittoria?
«A chi mi vuole bene, al mio pubblico che mi ha sempre seguito, è la dimostrazione un affetto reciproco, il concerto è un modo di scambiarsi stati d’animo e spesso mi fermo alla fine a scambiare energia. Non sono ruffiano ma davvero la dedicherei a tutti loro».
Prossimi progetti dopo Sanremo? Un tour?
«Non sarà un vero tour ma piuttosto degli eventi con cui porterò in concerto la mia opera “sintonica”, “Alchemaya” il doppio album frutto della fusione tra orchestra sinfonica e sintetizzatori».
Il concept album, in doppio cd, triplo lp con card autografata e in digitale, raccoglie nel primo disco una vera e propria opera sinfonica originale in undici tracce, un viaggio tra classica, elettronica e avanguardia insieme alla Bohemian Symphony Orchestra di Praga, composta da sessanta elementi diretti dal Maestro Clemente Ferrari. Il secondo contiene invece alcuni mie vecchi brani rivisitati in un inedito riarrangiamento orchestrale, oltre a tre nuovi brani tra cui quello presentato a Sanremo.
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Quotidiano Di Puglia