È stato più volte contattato per il ruolo di maestro concertatore della Notte della Taranta e, stasera, ironia della sorte, si ritroverà a dividere il palco...
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«Lo spunto di questo concerto – racconta Bollani – è stato il disco e, a sua volta, il disco ha avuto come spunto la città di Napoli, usato come punto di partenza per andare altrove e noi sul palco finiamo per arrivare ancora ulteriormente da altre parte. Napoli è un’ispirazione perché suoniamo brani che vengono dalla tradizione, da Nino Taranto a Pino Daniele, però poi aggiungiamo anche molti brani originali miei e di Daniele e, soprattutto, improvvisiamo. Quindi, il concerto è ogni sera diverso». Un legame speciale, come anticipavamo, quello del musicista con la città partenopea. «La sua energia fa sì che i suoi abitanti riescano da secoli a resistere alle varie dominazioni, ora anche a quella degli italiani», dice sorridendo.
Ironico, eclettico e istrionico, Bollani svela che più volte gli è stato chiesto di fare il maestro concertatore della Notte della Taranta, come fu Sepe agli albori della kermesse di Melpignano. «Non sono arrivato neanche a discuterne però perché tutte le volte era un periodo in cui io non potevo. Chissà che un giorno non ci riusciamo».
A settembre, arriverà in libreria il suo nuovo libro, “Dialogo fra alieni”, la trascrizione di un incontro che Bollani ha tenuto a Brescia con Igor Sibaldi, Mauro Biglino, Anne Givaudan, dedicato a un tema che lo affascina molto. «L’alieno è una presenza importante – spiega il musicista – perché ci aiuta a definirci. Si tratta, infatti, dell’altro da te. Gli alieni ce li immaginiamo in varie fogge, qualcuno effettivamente li ha incontrati, ma la cosa più interessante per me è il punto di vista filosofico: avendo qualcuno di esterno a noi, finalmente siamo costretti a fare la radiografia e l’analisi del genere umano, per capire dove stanno le nostre pecche». In tv, infine, non tornerà tanto presto, dopo il successo del suo late night show su Rai1, “L’importante è avere un piano”. «Nessun programma almeno fino a fine anno perché a me piace far passare un po’ di tempo fra un progetto e l’altro. La verità è che – conclude con la sua inconfondibile cadenza milanese – sarò molto in giro a suonare, che in assoluto è la cosa che mi piace di più fare». E lo sperimenterà stasera il pubblico di Ostuni.
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Quotidiano Di Puglia