C'è una parola che il maestro concertatore Paolo Buonvino ripete come un mantra sul concertone della Notte della Taranta che sarà registrato stasera a porta...
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I vincitori di Sanremo sul palco del concertone della Notte della Taranta: ci sarà anche Mahmood
Orfano della piazza per via dell'emergenza Covid, il concertone sarà nella sua forma finale confezionata per la tv un omaggio poetico alla forza guaritrice della Taranta. «Ci saranno momenti emotivi e momenti dinamici, in cui la tradizione diventa futuro. Ognuno degli ospiti - spiega Buonvino - ha una generosità e dimensione che mi hanno dato spunti: Gianna è un uragano di energia; Diodato è la forza della calma, della semplicità e della limpidezza; con Mahmood, invece, abbiamo costruito ponti per unire mondi diversi, dove la musica parte da Bach, diventa nenia e poi incontra il Salento compiendo il giro del mondo in pochissimo tempo».
Continua a dare i suoi frutti anche l'incontro con la direttrice creativa di Dior Maria Grazia Chiuri, che, dopo la collaborazione per la sfilata a Lecce del 22 luglio, firmerà gli abiti dell'orchestra, dei ballerini e di alcuni degli ospiti, oltre ad aver favorito la conoscenza con la coreografa di quest'anno, l'israeliana Sharon Eyal, che continua il lavoro iniziato in quell'occasione con il corpo di ballo della Notte della Taranta, al quale si unirà come ospite il danzatore canadese Darren Devaney e in un frangente anche la stessa Eyal.
Tornando agli ospiti, Mahmood ha confessato che mai avrebbe pensato di cantare a Melpignano, lui figlio di padre egiziano e mamma sarda. «Quando ero bambino - racconta - mio padre mi faceva ascoltare in auto il brano di Shereen, per lui la migliore cantante egiziana. Ho mandato a Buonvino la registrazione di questo canto per piano e voce e solo giovedì ho ascoltato la sua orchestrazione, scoprendo suoni molto simili a quelli della musica araba».
Per Diodato "Beddra ci dormi" è un brano che parla con anima simile alla sua. «Mi fa pensare rivela alla mia terra e all'importanza che la musica ha per la gente. Un onore eseguirla. Non sono mai venuto alla Notte della Taranta perché mi sono sempre detto che avrebbe dovuto essere la musica a portarmi qui e così è stato». La Nannini, che ama gli antropologi De Martino e Lomax, si è definita una radical-folk. «Il concertone senza la piazza non è lo stesso ma il senso di questa edizione è mantenere alta la tradizione. Io lo faccio con una nuova versione di "Fimmene fimmene", il canto di denuncia delle tabacchine, una rivendicazione di rispetto che ancora le donne non hanno del tutto. Spero dice che la prossima edizione possa essere in mondovisione».
E, a proposito del 2021, il presidente della Fondazione Notte della Taranta Massimo Manera ha anticipato che si sta ragionando sulla possibilità di continuare con Buonvino anche per il prossimo anno nel format più tradizionale. Ultima annotazione riguarda il palco: basso, in legno, circondato, da un lato, dalle luminarie e, dall'altro, dalla scenografia naturale del convento degli Agostiniani. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia