Nicola Conversa, il regista pugliese del documentario sui Pooh. Dai Nirkiop alla Rai: chi è

Nicola Conversa, il regista pugliese del documentario sui Pooh. Dai Nirkiop alla Rai: chi è
Nicola Conversa, 33enne pugliese (nato a Canosa ma cresciuto a Taranto), è il regista del documentario dei Pooh ("Un attimo ancora") che andrà in onda...

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Nicola Conversa, 33enne pugliese (nato a Canosa ma cresciuto a Taranto), è il regista del documentario dei Pooh ("Un attimo ancora") che andrà in onda questa sera su Rai1 e in streaming su RaiPlay. Il documentario era stato anche annunciato e pubblicizzato a Sanremo, ed è molto atteso da tutti i fan della band italiana, che proprio all'Ariston ha portato sul palco un medley dei propri successi. Nella serata di Rai1 c'è anche un po' di Puglia, con il regista Conversa. L'evento è prodotto da One more pictures, con Toed Film e in collaborazione con Tamata e Rai Documentari.

Nicola Conversa: dai Nirkiop alla carriera da documentarista

Classe 1989, Nicola Conversa è nato a Canosa ma a Taranto ha frequentato il liceo classico. Il primo successo arriva con i Nirkiop, quando si unisce a Mirko Mastrocinque e ad altri ragazzi con la passione per il teatro. I Nirkiop diventano in pochi mesi uno dei primi grandi fenomeni su Youtube, con video comici e irriverenti che raccontano le avventure di tutti i giorni. I filmati, spesso brevi, sono girati a Taranto e sono ambientati tra i ragazzi. Piuttosto diffusi quelli sulla scuola e sugli esami di maturità, che con gli anni sono diventati un must per gli adolescenti. Da lì il viaggio nello spettacolo di Conversa. Con il suo primo cortometraggio, "Mezzanotte Zero Zero", arriva tra i cinque finalisti ai David Di Donatello. Nel 2021 pubblica il primo romanzo, "Nella mia testa". L'anno scorso è stato tra i protagonisti di "Questa è casa mia!" su Real Time, in qualità di giurato. E ora, da regista, il documentario sui Pooh.

Lo stesso Conversa ha raccontato su Facebook il momento, l'ansia, l'emozione: «Sono terrorizzato. Mi sono sempre sentito inadeguato al mio lavoro. Ho sempre creduto di non meritarmi certe cose, di essere un sopravvalutato. Figuriamoci quando mi hanno offerto di girare un docufilm sui Pooh. Oh, I Pooh. Quelli che fanno crollare Youporn quando escono in tv. I miei hanno ballato il lento del loro matrimonio con i Pooh. Stavo rifiutando. Come poteva uno come me, raccontare una storia di musica e amicizia lunga 50 anni? Ed è lì che ho capito. La loro in un certo senso è una storia d’amore, quindi dovevo raccontare una storia d’amore. Ho deciso di unire due generi: mentre nel documentario raccontavo la loro storia, nella fiction dovevo raccontare di Greta alla ricerca dell’amore perduto di Augusto ed Olivia, che si sono innamorati ad un concerto dei Pooh». 

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Quotidiano Di Puglia